Modi forti

Milano, spuntano i "sassi anti-nomadi": estremi rimedi contro il degrado

Andrea Fatibene

È finalmente intervenuto Palazzo Marino, questa volta si spera in maniera definitiva, nel braccio di ferro tra il Municipio 3 e il gruppo di sinti siciliani – già noti in zona - che ormai da anni fa del Parco della Lambretta il giardino del proprio accampamento abusivo. In via Caduti di Marcinelle, dopo le barriere “New Jersey” installate lo scorso giugno nei parcheggi per impedire ai caravan l’accesso, una nuova richiesta di Gianluca Boari, consigliere di zona di Fratelli d’Italia, è stata accolta dal Comune: ora anche il prato sul lato opposto della strada non è più accessibile ai mezzi che, specialmente durante la bella stagione, si stabilivano vicino al laghetto, approfittando del riparo offerto dalla tangenziale sopraelevata, evitando i massi che già bloccavano l’accesso carrabile. Questa barriera veniva facilmente aggirata, guidando i caravan sul marciapiede per un tratto, e poi direttamente sul prato, lasciando danni non indifferenti all’erba.

Ora è stata però accolta, con più di qualche mese di ritardo, la mozione con la quale Boari ipotizzava il posizionamento di grossi massi di pietra che bloccassero l’accesso veicolare al parco lungo tutto il marciapiede. La pratica è stata girata a Palazzo Marino non appena il Municipio s’è reso conto di quanto fosse di buon senso la proposta del consigliere d’opposizione e il Comune ha mandato i tecnici a verificare la realizzabilità della proposta. Proposta che si è rivelata tanto pertinente da guadagnarsi una delibera di giunta e nel giro di pochi giorni i massi erano lì, proprio come nel render allegato da Boari alla mozione. «Penso che questa soluzione sia l’ideale per vari motivi», spiega soddisfatto il meloniano, «pur svolgendo bene la loro funzione, permettono comunque la permeabilità a piedi; oltre a essere compatibili paesaggisticamente al parco che presenta molti massi simili, in precedenza usati per costruire la zona intorno al laghetto artificiale».

Soluzioni alternative non sarebbero state altrettanto adeguate: altri “New Jersey”, per esempio, avrebbero compromesso l’estetica del parco, mentre un fossato sarebbe invece stato più complicato da realizzare e più costoso da mantenere, oltre a essere più pericoloso per i pedoni. Come ci tiene a sottolineare il consigliere di Fratelli d’Italia, «questi massi saranno utili per bloccare l’accesso non solo ai caravan nomadi, ma anche a chi accede al parco per feste abusive o altre ragioni». «Ora», conclude Boari, «per la cura della zona sarebbe utile installare qualche telecamera e poi sarebbe molto bello si potesse ristrutturare il laghetto, dove adesso l’acqua ristagna a causa di una progettazione fallace».