L'operazione

Gli immigrati sulla nave "Libra" che fa rotta sull'Albania: a bordo bengalesi ed egiziani

È entrato nella fase operativa il protocollo Italia-Albania che prevede la creazione di Centri per migranti in Albania: dopo diversi rinvii, i siti di Shengjin e Gjader sono agibili ed è qui che potranno essere svolte le procedure accelerate di frontiera o di rimpatrio per chi non ha diritto di entrare nel nostro Paese. Come anticipato sabato scorso dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, oggi su nave "Libra" della Marina Militare è stato imbarcato un primo gruppo di bengalesi ed egiziani, soccorsi la notte scorsa in acque Sar internazionali. Arriveranno a destinazione tra domani sera e mercoledì mattina. In fase di imbarco, come da protocollo, è stato effettuato lo screening dei requisiti: in Albania possono essere condotti infatti solo soggetti "non vulnerabili" (quindi non minori, minori non accompagnati, donne, anziani, disabili, etc) e provenienti da Paesi "sicuri". In realtà, proprio questo è uno dei nodi che rischia, in prospettiva, di ostacolare l’intera operazione.

I migranti, naufraghi intercettati e soccorsi in acque internazionali nelle scorse ore dalle autorità italiane, arriveranno in prima battuta all’hotspot di Schengjin, dove saranno sottoposti ai controlli sanitari e alle procedure di identificazione. Subito dopo i destinatari di provvedimento di rimpatrio o misure restrittive della libertà personale saranno spostati nel Cpr di Gjader. Gli altri avranno la possibilità di fare richiesta di asilo e protezione internazionale con procedure accelerate che si dovrebbero svolgere entro 28 giorni. Al termine delle procedure chi avrà avuto il riconoscimento della protezione sarà trasportato in Italia, dove potrà richiedere il permesso di soggiorno, mentre chi avrà ricevuto un diniego sarà trasportato nel Cpr per essere rimpatriato.