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Ius soli, il piano della sinistra per il referendum: cosa può accadere

È una legge del 1992, sono passati 32 anni e ora qualcosa va cambiato. La sinistra prepara il blitz. Stiamo parlando del testo della norma che regola l’acquisto della cittadinanza italiana, pronta un’inziativa di +Europa che vuole indire un referendum e riaprire il dibattito. Il segretario del partito, Riccardo Magi, si è già attivato, perché le norme attuali sono molto restrittive in materia di ius soli: chi nasce in Italia da genitori stranieri può chiedere la cittadinanza al compimento dei 18 anni, se ha vissuto nel Paese senza interruzioni dalla nascita alla maggiore età. Il quesito referendario andrebbe a cancellare queste limitazioni. Magi incontrerà i leader di Alleanza Verdi e Sinistra, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, il primo di questi dice: “La valutazione da fare  riguardo lo strumento del referendum è la tempistica, perché ci sono diversi quesiti sul tavolo, bisogna stare attenti a non diluirli”.
Angelo Bonelli, invece, afferma: “Vediamo di che si tratta, ne discutiamo senza problemi. Però, se si vuole aprire una grande stagione referendaria, non dobbiamo dimenticare la questione ambientale”.

Il tema dello ius soli è uno dei punti cardine su cui il segretario del PD, Elly Schlein, si batte fin da quando è stata eletta segretario: “Chi nasce o cresce in Italia è italiano e nessuno gli può togliere questo diritto, il Pd deve sostenere la formula più ampia e coraggiosa possibile”. La deputata dem Laura Boldrini, sposta invece il focus: “È prima di tutto il Parlamento ad avere il dovere di occuparsene. Credo comunque – specifica – che tutto quello che possa servire da pungolo per riaprire il dibattito sia utile”. 

È lo stile e il tipo di referendum che preoccupa i 5 Stelle, la senatrice Alessandra Maiorino dice: “Temo che il sistema abrogativo, inevitabile nel referendum, possa essere limitante. Bisogna capire cosa ne verrebbe fuori”. Più possibilista Ivan Scalfarotto: “Valuteremo il progetto di +Europa quando avremo più informazioni. Sono convinto senz'altro che la legge attuale sia del tutto anacronistica”. I numeri elaborati dalla Fondazione Leone Moressa su dati Istat svelano che nel 2022 sono stati 55 mila i nati stranieri in Italia (da genitori entrambi non italiani), pari al 14,1% delle nascite nel Paese. Secondo Riccardo Magi “in caso di introduzione dello ius soli puro si aggiungerebbero ai 133 mila naturalizzati italiani. Oggi invece gli stranieri diventano italiani principalmente tramite ius soli dopo i 18 anni (46%) o per residenza dopo dieci anni in Italia (42%). “Dieci o quindici anni fa la convinzione che la cittadinanza andasse riformata era trasversale”. Insomma a quanto pare il campo largo ha un solo obiettivo, stravolgere la legge sulla cittadinanza.