Nel Mediterraneo
Mare Jonio, Luca Casarini: "Perché i libici ci hanno sparato contro"
Non poteva sapere, Luca Casarini, che da lì a poche ore le autorità italiane avrebbero disposto il fermo amministrativo e una multa di 10mila euro per la Mare Jonio, la nave della Ong Mediterranea Saving Humans di cui l'ex no global è capo missione.
Su L'Unità, a pagina 2, l'attivista pro-migranti verga un pezzo infuocato su quanto accaduto un paio di giorni fa al largo della Libia, la stessa vicenda che ha portato allo stop dell'imbarcazione. L'Ong aveva accusato la guardia costiera libica di aver aperto il fuoco sui gommoni della Mare Jonio durante un salvataggio, e contemporaneamente di aver frustato dei migranti presenti sulle motovedette e costretti a buttarsi in acqua. Le persone raccolte dalla Mare Jonio erano state 58, e l'ong aveva accusato anche il governo italiano colpevole di finanziare la guardia costiera libica.
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Sul quotidiano comunista diretto da Piero Sansonetti, Casarini rincara le accuse e fornisce una ricosruzione a tinte foschissime di quei minuti: "Gli abbiamo tolto la preda e loro sparavano furiosi!", recita il titolo con tanto di punto esclamativo. Quindi l'affondo contro Roma: "Il governo italiano ha ingaggiato le guardie libiche per intercettare e affondare o catturare i profughi. Li pagano per questo, i sicari costano". Di fatto, Palazzo Chigi, Viminale, Farnesina e tutti gli attori coinvolti nell'accordo con Tripoli par di capire che secondo Casarini e Mediterranea Saving Humans siano i "mandanti morali" della sparatoria.
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"I miliziani della 'Fezzan', la motovedetta classe 'Corrubia' un tempo in dotazione alla nostra Guardia di Finanza e donata dal governo italiano alla Libia, erano a 'caccia' dal mattino - scrive Casarini -. Loro sono pagati per farlo. Devono coprire un'area di trecento chilometri quadrati di mare, la 'zona SAR libica', e catturare e deportare i profughi e richiedenti asilo che tentano di scappare dalla Libia verso le coste italiane ed europee. Le 'regole di ingaggio', come si è visto anche questa volta, non si soffermano troppo sul 'come'. Impedire che arrivino, così come prevede la linea politica europea con l'Italia in testa, può signifi care anche farli sparire in mare. Farli affogare, affondando i barchini e i barconi, oppure, che dà meno nell'occhio, rinchiuderli dentro dei campi di detenzione che sono veri e propri lager, con stupri sistematici di donne e bambine, sventrate dalla furia di guardiani che si imbottiscono di viagra e cocaina e poi diventano belve". Casarini parla pure di un "premio produttività" perso dalla guardia costiera libica a causa dell'intervento tempestivo della Mare Jonio, guardia costiera che avrebbe dunque sparato per rappresaglia se non addirittura per semplice stizza.