La domanda
Apostolico, migranti liberati e spariti. La Lega: "In caso di reati chi è responsabile?"
Si sono già volatilizzati i migranti "graziati" a settembre dalla giudice di Catania Iolanda Apostolico. Una notizia, lanciata da Libero, che la Lega commenta ponendo una semplice ma pesantissima domanda: "Qualora commettessero dei reati, di chi sarebbe la responsabilità?". Il dito del Carroccio, inevitabilmente, è puntato contro la toga che da almeno 10 giorni è al centro delle polemiche politiche e mediatiche.
Ricapitoliamo: lo scorso 29 settembre la giudice del Tribunale di Catania emette una sentenza con cui definisce illegittimo il trattenimento di quattro tunisini sbarcati illegalmente a Lampedusa e rinchiusi nel CPR di Pozzallo. Di fatto, con quella sentenza, la magistrata smonta il Decreto immigrazione varato dal governo. Una sentenza che ha fatto scuola, imitata da un collega di Firenze e da un altro giudice sempre di Catania, e che la Apostolico ha bissato poche ore fa ordinando la liberazione di altri quattro migranti tunisini, non convalidando il trattenimento deciso dal questore di Ragusa.
"Prima in una piazza dove si insultano le Forze dell'Ordine e si difendono gli sbarchi - recitava una nota del partito di Matteo Salvini mercoledì, subito dopo la notizia della seconda sentenza -, poi in tribunale per rimettere in circolazione altri clandestini. Giustizia o politica? Un intervento è necessario, come consentito dalla Costituzione, per rispetto della legge, del buonsenso e del popolo italiano".
Tra la prima e la seconda sentenza, è scoppiata la polemica prima sui post social e i like che la Apostolico aveva condiviso nel 2018 contro l'allora ministro degli Interni Salvini (con tanto di "vaffa" scritto da suo marito), quindi i video della sua partecipazione a una manifestazione al molo di Catania, sempre nel 2018 e relativa al caso Diciotti, in cui gli attivisti pro-migranti insultavano il Viminale e le forze dell'ordine presenti sul posto. Documenti fonti di grave imbarazzo, che secondo la Lega mettono in dubbio la terzietà della giudice che però non si è dimessa, non è stata spostata dalle sue mansioni e anzi continua a sentenziare sempre su delicatissime questioni relative a immigrazione e governo.
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