corto circuito
Iolanda Apostolico, timori al governo: "Rischio altissimo di emulazione"
"Un rischio di emulazione gravissimo". È questa la preoccupazione che aleggia a Palazzo Chigi dopo che Iolanda Apostolico, magistrato di Catania, ha disapplicato una norma vigente non convalidando il trattenimento di tre migranti. Non a caso sia il premier Giorgia Meloni che il ministero della Giustizia hanno ritenuto di dover intervenire in modo molto duro. Stando a un autorevole membro dell’esecutivo, "qui non c’è solo il gesto politico, molto grave, non ci sono solo le considerazioni politiche di un magistrato, sempre cosa molto grave, qui c’è il rischio altissimo di emulazione, di un corto circuito fra magistratura e legislatore, che va evitato in ogni modo".
Lo stesso staff del presidente del Consiglio fa sapere che "la conflittualità fra magistratura e politica fa male e ha sempre fatto malissimo al Paese, ma proprio per questo alcune cose non possono essere taciute". Così Palazzo Chigi - conferma Il Corriere della Sera - si appresta a presentare un ricorso. L'obiettivo: chiedere una valutazione ulteriore, ma quello che "non è ammissibile — spiegano fonti di governo — è la disinvoltura con cui un atto legislativo viene disapplicato, c’è un rischio serio per la divisione dei poteri e la democrazia, quei principi cari a tutti, a cominciare dai magistrati".
Ma il ricorso non è l'unica arma su cui punta il premier. In queste ore è di vitale importanza tessere nuovamente la tela delle relazioni internazionali, per fronteggiare l’emergenza migratoria che non accenna a fermarsi. In primis serve una pace con Berlino. Dopo gli scontri degli ultimi giorni sui finanziamenti alle ong, non è esclusa l’ipotesi di un incontro tra Meloni e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Appuntamento previsto nel corso del Consiglio europeo a Granada che ha tutte le sembianze di un chiarimento. A maggior ragioni visti gli ottimi rapporti che Meloni e Scholz hanno vantato fin dagli inizi, con convergenze fra i due governi tutt'altro che esigue. Basti pensare che due aziende (una italiana e l’altra tedesca) hanno iniziato a scavare sotto le Alpi per costruire quel terzo gasdotto che dovrebbe moltiplicare i flussi di energia dal Sud verso il Nord Europa.