Il ministro dell'Interno
Strage di migranti in Grecia, Piantedosi: "Cosa è successo davvero"
"Ci sarà modo e tempo per capire cosa è successo nell'area Sar Greca", dice in un'intervista al quotidiano Domani il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, all'indomani del naufragio del peschereccio nel Mar Egeo con cento bambini a bordo, ma "ho piena fiducia nelle autorità elleniche. Ho letto che l'imbarcazione si sarebbe ribaltata proprio durante le operazioni di soccorso. Di fronte a tragedie così dolorose andrebbero evitati giudizi sommari e strumentalizzazioni". Tuttavia, il titolare del Viminale ribadisce che "questa ennesima tragedia conferma che i trafficanti di esseri umani fanno affari in maniera spregiudicata con totale disprezzo della vita dei migranti che sono esposti a rischi inaccettabili", motivo per cui "l'Italia, insieme agli altri partner europei, sta lavorando per contrastare i trafficanti di esseri umani e rafforzare i canali di immigrazione regolari: uomini e donne che devono arrivare soltanto in maniera legale, sicura, pianificata, con strumenti di programmazione adeguati come il decreto flussi".
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Secondo Piantedosi, però, "sui flussi migratori si stanno iniziando a cogliere timidi segnali incoraggianti", tant'è che "i dati dimostrano un rallentamento delle partenze dal nord Africa" anche se "il complesso lavoro che stiamo facendo è destinato a produrre effetti significativi nel più lungo periodo".
Quanto agli effetti della missione tunisina della premier Giorgia Meloni, per il ministro essa ha avuto "innanzitutto il merito di mostrare plasticamente l'importanza del lavoro che sta svolgendo" il presidente del Consiglio "anche in ambito europeo" ed è "la visione italiana del 'piano Mattei', con un approccio non predatorio nei rapporti con i paesi africani, che presuppone accanto alla collaborazione per frenare le partenze, anche un forte sostegno economico-finanziario", quindi si tratta di "un grande successo del governo Meloni".
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Piantedosi affronta anche il tema del "tanto criticato" decreto Cutro che, a suo avviso, "ha permesso di rendere più ordinata la gestione della prima accoglienza, affinché tutto avvenga con doverosa umanità per le persone che arrivano", ovvero "gettare le basi perché la collaborazione internazionale aiuti a fermare le partenze e nel frattempo organizzarsi sul territorio per gestire chi arriva" perché, puntualizza e conferma il ministro, "per il governo fermare - o quantomeno limitare il più possibile - le partenze indiscriminate e illegali è sempre l'obiettivo principale".