Caso-Lollobrigida
Vittorio Feltri, l'affondo: ci sostituiscono e non possiamo dirlo
Francesco Lollobrigida è stato travolto dalle polemiche della sinistra becera e conformista perché ha detto con parole semplici la pura verità. Questa: a forza di incentivare l’immigrazione di massa l’Italia rischia la sostituzione etnica. Il pericolo è sotto gli occhi di tutti e se ne rendono conto i cittadini, quasi tutti quelli che non hanno le fette di salame sugli occhi. I critici più aspri del ministro dicono una scemenza, e cioè che l’espressione “sostituzione etnica” è di tipo nazista e va censurata, non bisogna usarla per evitare di evocare la politica di Hitler e dei suoi sodali. Siamo al paradosso: ancora una volta invece di esaminare i concetti che esprimono le parole i progressisti del menga fanno la guerra al vocabolario e lo vogliono modificare a loro piacimento. Infatti la terminologia di cui sopra esprime un pericolo in atto, visto che il nostro Paese pullula di stranieri, soprattutto africani, che vengono malamente accolti: una volta sbarcati in massa non abbiamo le possibilità materiali di ospitarli decentemente e li abbandoniamo a loro stessi, i quali si sparpagliano lungo la penisola e, non trovando lavoro, tirano a campare dedicandosi alla delinquenza.
Si dà il caso che siamo già pieni di disoccupati nostrani e ci illudiamo di offrire un posto agli ultimi arrivati. Si dice stoltamente che gli extracomunitari sono utili poiché compensano il fenomeno della denatalità, quando per incrementare la popolazione in calo non serve l’aiuto degli spermatozoi di tunisini e similari, bensì offrire ai connazionali le strutture necessarie cui affidare l’infanzia, mentre a Milano mancano 3700 posti negli asili nido, pertanto le mamme che lavorano non sanno dove mettere di giorno i bambini, quindi evitano di metterne al mondo più di uno. Non solo, le case che si possono permettere le coppie giovani nelle città sono piccole, dato che quelle grandi hanno prezzi inaccessibili. Di conseguenza gli sposi si concedono al massimo un bilocale (per quanto caro) dove più di un bimbo non ci sta. Le donne che hanno una occupazione già si sbattono per sopravvivere con un unico erede e non si può pretendere, stando le cose che abbiamo descritto, che mettano in piedi una famigliona quale la mia. Segnalo per pura curiosità che io ho avuto quattro fanciulli e siccome non mi bastavano ne ho adottato un quinto che peraltro se non è il migliore poco ci manca.
Erano altri tempi, possedevo una cascina con annesso prato, mia moglie era casalinga e non avevo problemi. Oggiper avere una prole in grado di mantenere un equilibrio demografico non occorre incentivare l’importazione di neri, ma mettere in condizione i connazionali di allevare più di un erede. Non è vero che gli italiani hanno disimparatoa procreare, sono obbligati all’astinenza per mancanza di mezzi idonei a tirare avanti un nucleo numeroso, giacché la pubblica amministrazione non provvede a costruire delle scuole materne e non pensa all’edilizia popolare, costringendo la gente a confidare negli anticoncezionali o a evitare di scopare che è pure meglio, visto che una sposa dopo qualche anno ti eccita come un ferro da stiro. Mi pare che Lollobrigida dopo aver centrato il problema ora debba darsi da fare per aiutare i coniugi a impegnarsi sotto le lenzuola offrendo loro ciò che serve alle famiglie del nostro tribolato tempo. Ai suoi censori un garbato invito a tenere la bocca chiusa.