Legami

Cutro, il sospetto sulla 'ndrangheta che riscrive il naufragio

Ci sono due elementi sul naufragio di Cutro che devono far riflettere. Il primo riguarda la nuova tratta dei migranti che partono dalla Turchia anziché dalla Libia per sbarcare in Calabria anziché in Sicilia. Il secondo è suggerito dal procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri il quale, gira voce, potrebbe farsi carico delle indagini sulla strage di Cutro del 26 febbraio, a poche centinaia di metri dalle coste di Steccato di Cutro soprattutto "se gli esposti di alcuni superstiti, le denunce delle Ong e le sollecitazioni del mondo politico dovessero portare alla sbarra il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e quello delle Infrastrutture e dei Trasporti". Secondo Gratteri potrebbe esserci un legame tra trafficanti e 'ndrangheta.

 

 

Non solo. Dopo il decreto del governo Meloni, si sta rivelando il gioco sporco delle Ong. Alarm phone in particolare non fa che lanciare segnalazioni e allarmi sui migranti anche quando essi non si trovano in acque italiane e quindi di nostra competenza. Questa Ong infatti non si occupa in prima persona di compiere i salvataggi in mare visto che non possiede imbarcazioni o elicotteri ma vuole assicurare che le operazioni di soccorso avvengano tempestivamente.

"Questi erano profughi 'diversi'", rivela a Il Giornale un inquirente, "il loro sbarco non era 'concordato' con le altre Ong come succede quasi sempre quando si parte dalla Libia, erano siriani e afghani, gente che aveva diritto d’asilo ma non aveva documenti". Questi migranti "diversi" stanno aumentando, le organizzazioni criminali dedite al favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, "principalmente curde e pakistane, scelgono di partire dalla Turchia o dal Libano assieme a nordafricani ma anche pakistani, afghani, iraniani, indiani o nepalesi, spesso dello stesso nucleo familiare e con molti minori, la cui gestione è in capo a singoli trafficanti di uomini o micro-gruppi criminali, come spiegano i nostri 007". E cambia anche la destinazione. Non più Sicilia, ma Calabria e Puglia.

 

 

La sorte di uno degli scafisti di Cutro, un minore di 17 anni, del Pakistan, che è stato riconosciuto da alcuni dei sopravvissuti al naufragio, sarà decisa venerdì prossimo 17 marzo dal Tribunale dei minori di Catanzaro. E se venissero confermati i legami con le 'ndrine calabresi, come Gratteri sostiene da tempo, l’indagine assumerebbe tutto un altro significato.