Dramma nel Mediterraneo
Strage di migranti, "fuori dalle acque Sar italiane": la Guardia costiera contro Alarm Phone
Trenta migranti dispersi e 17 persone soccorse: è il drammatico bilancio della nuova tragedia nel Mediterraneo. Un barcone con 47 migranti a bordo si è ribaltato nelle acque Sar libiche e Alarm Phone, che già sabato aveva segnalato l'imbarcazione in difficoltà, accusa le autorità italiane di non averla soccorsa. E mentre Riccardo Magi di +Europa annuncia di voler denunciare le autorità italiane, arriva la replica della Guardia Costiera: "L'intervento di soccorso è avvenuto al di fuori dell'area di responsabilità Sar italiana registrando l'inattività degli altri Centri Nazionali di coordinamento e soccorso marittimo interessati per area". Una difesa che sembra poter placare la polemica politica subito innescata dalla tragica notizia.
"Le autorità italiane hanno ritardato deliberatamente i soccorsi, lasciandole morire", è stata l'accusa gravissima su Twitter di Alarm Phone, la Ong che monitora le imbarcazioni di migranti in difficoltà nel Mediterraneo. "Dopo il naufragio con molti morti, temiamo che i sopravvissuti - che hanno visto morire i loro amici prima di essere salvati da una nave mercantile - siano costretti ad andare in Libia o in Tunisia, dove li attendono condizioni disumane. Chiediamo che tutti i sopravvissuti siano portati in un luogo sicuro in Europa!". Sempre su Twitter Sea-Watch aggiunge: "Secondo Alarm Phone siamo di fronte a un nuovo caso di naufragio. Il barchino avvistato ieri dal nostro aereo Seabird non è stato soccorso in tempo. Ancora un'omissione di soccorso. Ancora tragedie". Sull'ennesima tragedia del mare è intervenuta anche Mediterranea Saving Humans che scrive: "Secondo diverse fonti la barca si è rovesciata stamattina e molte delle 47 persone a bordo risultano disperse".
Ha parlato di "vergogna per l'Italia e per l'Europa" la segretaria del Pd Elly Schlein, invocando un minuto di silenzio all'Assemblea dem a Roma. Secondo Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana, "un'onda di vergogna travolgerà governo e Unione europea", mentre il suo alleato Angelo Bonelli, dei Verdi, invoca le dimissioni del ministro degli Interni Matteo Piantedosi. La ricostruzione della Guardia costiera, però, depotenzia accuse tanto pesanti quanto affrettate e, forse, strumentali.