Ong, attacco al governo dopo il naufragio: "Non è tragedia, ma scelta dell'Italia"

Le Ong sono pronte a dare battaglia contro il governo speculando sui morti in mare dopo il naufragio davanti alle coste di Crotone. Un minuto dopo il naufragio, quando ancora si cercavano i dispersi è cominciato il bombardamento delle organizzazioni non governative che hanno puntato il dito contro l'esecutivo per il varo del nuovo decreto flussi convertito in legge. "30 morti tra cui alcuni bambini. Fermare, bloccare e ostacolare il lavoro delle Ong avrà un solo effetto: la morte di persone vulnerabili lasciate senza soccorsi", ha subito twittato Open Arms. A rimorchio è arrivato anche Angelo Bonelli dei Verdi che ha usato la tragedia per colpire il governo: "Questo ulteriore naufragio pesa sulla coscienza delle istituzioni europee e del governo italiano. I decreti sulle ONG approvati dal governo Meloni ostacolano i salvataggi in mare".

 

E lo sciacallaggio prosegue con le parole di Provenzano, vicesegretario del Pd: "Di fronte al naufragio, alla tragedia di Crotone, è tempo di silenzio e dolore. Ma chi ha speculato sui morti? Chi ha dichiarato una folle guerra alle Ong scoraggiando i soccorsi. Chi ha promesso blocchi navali e in Europa costruisce muri e non un governo solidale del fenomeno". A chiudere il cerchio anche un'altra nota di Open Arms in cui si afferma che "questa non è una tragedia, ma il frutto delle scelte di Italia e Ue". Insomma le organizzazioni non governative vogliono usare la tragedia di Crotone per lanciare la rivolta contro il decreto del governo per tornare in mare. Ma l'esecutivo, questo è certo, non cederà agli sciacalli.