Verso La Spezia
Geo Barents sfida Piantedosi, tre salvataggi
La Geo Barents sfida il Viminale e la legge italiana: la nave Ong di Medici senza Frontiere ha comunicato di aver effettuato tre interventi consecutivi nel Mediterraneo, soccorrendo nel giro di poche ore 237 persone, tra cui 27 donne e 87 minori. Mentre si stava dirigendo verso il porto della Spezia, indicato dalle autorità italiane per lo sbarco dei 69 migranti salvati nei giorni scorsi, la nave ha portato in salvo altri 61 migranti in pericolo su un gommone in difficoltà in acque internazionali, al largo della Libia. La Geo Barents si era imbattuta nel gommone mentre stava navigando verso un'altra imbarcazione in difficoltà, segnalata da Alarm Phone e che ha raggiunto qualche ora dopo. Si trattava di un altro gommone sovraffollato in acque internazionali, con a bordo 107 persone, tra cui 5 donne e 36 minori. Tutti sono stati soccorsi e ora sono al sicuro a bordo della nave che continua la navigazione verso La Spezia, dove i 237 sopravvissuti saranno sbarcati e curati.
I soccorsi multipli per una nave umanitaria sono vietati dopo l'entrata in vigore del decreto Piantedosi che impone di fare rotta "senza ritardo" verso il porto assegnato dopo l'intervento di salvataggio iniziale. Nel caso della nave di MsF è La Spezia, ma anche in questo caso l'Ong protesta: "Chiediamo alle autorità italiane di riconsiderare la loro decisione e di assegnarci un porto più vicino per sbarcare i sopravvissuti". La cittadina ligure dista oltre 660 miglia nautiche dalla zona di ricerca e soccorso in cui si trova la nave di Msf. "E' in gioco il benessere psicologico dei naufraghi dopo la tragica esperienza vissuta", spiegano dall'Ong, sottolineando che "altri porti idonei sono significativamente più vicini alla nostra posizione attuale. Perché non Pozzallo o Palermo?". MsF ricorda come secondo il diritto internazionale un luogo sicuro dovrebbe essere assegnato con "la minima deviazione rispetto alla rotta della nave" e dovrebbe essere fatto "ogni sforzo per ridurre al minimo la permanenza a bordo della nave delle persone soccorse".