Ministro dell'Interno
Ong, colpaccio di Piantedosi: ecco cosa cambia da subito
Matteo Piantedosi comincia a ottenere i primi risultati importanti in materia di immigrazione in Europa. Ed è lui stesso a dichiararlo: "Sono soddisfatto per i contenuti del ’Piano di azione per il Mediterraneo centrale', il documento preparatorio reso noto oggi dalla Commissione europea in vista del Consiglio straordinario dei ministri dell’Interno convocato per il prossimo 25 novembre a Bruxelles. Il testo mette al centro della discussione alcune importanti questioni in tema di gestione dei flussi migratori e lo fa nella prospettiva già auspicata dal Governo italiano - ha spiegato il titolare del Viminale, che finora ha mostrato il pugno duro sull'argomento -. In particolare mi riferisco alla condivisione dell’esigenza di una più intensa cooperazione con i Paesi di origine e transito dei flussi migratori, anche attraverso la realizzazione di specifici programmi europei di investimenti su quei territori".
Questa volta, insomma, tutti i Paesi europei potrebbero dare un aiuto concreto in termini di solidarietà e accoglienza. E si tratta di un risultato importante che arriva dopo la linea dura mostrata da Piantedosi e da tutto il governo con le Ong vicine alle coste italiane. Secondo il ministro, sarebbe "molto significativo il riferimento a una implementazione del meccanismo di solidarietà adottato nel giugno scorso, in considerazione del fatto che la sua applicazione concreta, fino ad oggi, ha dato per l’Italia risultati assolutamente insufficienti". E ancora: "Altrettanto importante l’aspetto relativo a un maggiore coordinamento delle attività di ricerca e soccorso nelle aree SAR, che prevede, come da tempo richiesto dall’Italia, un ruolo anche per gli Stati di bandiera".
La commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, rispondendo a una domanda sulla richiesta dell’Italia di un codice di condotta per le Ong che operano in mare, ha detto: "Abbiamo già proposto nel Patto una sorta di codice di condotta e ovviamente siamo pronti a discuterne di più. Abbiamo proposto e avviato questo gruppo di contatto europeo sulla ricerca e soccorso. E sono pienamente d’accordo sulla necessità di maggiore coordinamento tra Stati costieri, Stati di bandiera, Ong e altri attori rilevanti. La mancanza di coordinamento è uno dei problemi. Ed è importante continuare a cercare soluzioni in merito".