Presa in giro

Ong, la truffa per arrivare in Italia: "Peschiamo acciughe"

Alessandro Gonzato

Tredici Ong, 17 navi battenti bandiera di 6 Paesi diversi, e solo 2 registrate come "imbarcazioni di ricerca e salvataggio": la norvegese Geo Barents dell'organizzazione non governativa Médecins Sans Frontières, che fino al 2007 era registrata per la "ricerca geologica", e la spagnola Open Arms (anche la Ong è spagnola), balzata alle cronache ad agosto 2019 quando Matteo Salvini si era opposto allo sbarco di 147 migranti, e l'allora ministro dell'Interno è sotto processo per sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio. Le altre 15 navi delle Ong non hanno il permesso di trasportare passeggeri oltre all'equipaggio, eppure ormai la loro unica attività è quella di trasportare extracomunitari da una costa all'altra, da quella libica a quella italiana per le navi che seguono la rotta del Mediterraneo centrale, la netta maggioranza. La Ocean Viking, bandiera norvegese e Ong francese (come la Geo Barents), la settimana scorsa attraccata a Tolone, è uno "scafo di supporto per operazioni in piattaforme galleggianti", soprattutto petrolifere. Nel 2011 è stata acquistata dall'operatore Hoyland Offshore, ed è da questo che nel 2019 l'ha noleggiata la Ong francese Sos Mediterranée per caricare e scaricare migranti.

 

La Humanity 1, invece, che ha fatto da apripista alle navi Ong arrivate subito dopo l'insediamento del nuovo governo, ha bandiera tedesca, e tedesca è anche l'Ong, la Sos Humanity. Anche questa non è adibita al trasporto di persone, perché è una "nave cargo", quindi merci. Dovrebbe pescare acciughe del Cantabrico, merluzzi e sardine, la Aita Mari, peschereccio basco della Ong spagnola Maydayterraneo, e invece è diventata la seconda attività.

 


La Sea Eye 4 (Germania) è uno scafo "di supporto alle immersioni". Delle 17 navi, 8 hanno bandiera tedesca, 3 spagnola, 2 norvegese, altrettante del Regno Unito, una panamense (Life Support, "nave da ricerca scientifica" in cantiere a Genova e voluta da Emergency in onore di "Gino Strada") e una italiana, la Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans, rimorchiatore il cui capomissione è il leader dei centri sociali Luca Casarini. Ci sono 5 navi "non governative" la cui attività addirittura non è registrata: le britanniche Astral e Aurora, la tedesca Rise Above, ferma al porto di Licata e che dieci giorni fa ha fatto scendere in Sicilia 89 migranti, la tedesca Nadir e la Louis Michel, bandiera della Germania e Ong francese, la "nave umanitaria" finanziata dall'artista britannico Bansky.


A proposito di finanziamenti, è delle ultime ore la notizia che Berlino finanzierà con 2 milioni all'anno fino al 2026 la Ong "United4Rescue" il cui fondatore è il compagno della vicepresidente del parlamento, Katrin Göring-Eckardt. Lo ha rivelato il quotidiano Bild, spiegando che «si tratta della prima volta che il salvataggio privato in mare dei rifugiati nel Mediterraneo riceve un finanziamento statale».


Su Twitter, Göring-Eckardt si è detta «molto contenta» che «sia stato possibile» sostenere la Ong «col bilancio federale». La vicepresidente dei Verdi ha sottolineato di «non aver partecipato alla Commissione per il bilancio» e «di non aver partecipato alla decisione». Insomma, dice: nessun conflitto d'interessi. E però l'opposizione sta andando giù durissima. Il deputato della Csu, Carsten Körber, ha parlato di «passaggio dalla coalizione semaforo al nepotismo». Per Wolfgang Stefinger, membro aggiunto della Commissione per il bilancio, «il fatto che il partner del vicepresidente del parlamento sia nel Consiglio d'amministrazione di questa associazione, e che l'associazione sia generosamente finanziata dal ministero degli Esteri guidato dai Verdi, ha un sapore estremamente negativo». A Berlino, all'improvviso, è partita una polemica durissima.