Il piano del ministro
Sallusti, forza Piantedosi: regole uguali per tutti, ecco dove vuole arrivare
Brutta storia questa dei "francesi che si incazzano", per dirla alla Paolo Conte. Brutta, ma non bruttissima. I francesi mostrano i muscoli, loro che al valico di Ventimiglia hanno fatto carne da cannone dei diritti degli immigrati che volevano entrare in Francia, gli stessi i cui gendarmi una volta sconfinarono per operare armati in territorio italiano contro immigrati giudicati poco simpatici, ecco quei francesi lí oggi fanno la voce grossa perché l'Italia ha tenuto al largo una nave di una ong francese e quindi alla fine se la devono prendere loro, ma non prima di annunciare che per ripicca non applicheranno l'accordo già raggiunto per farsi carico di 3.600 migranti oggi parcheggiati in Italia.
Detto che fino ad ora di qui 3.600 se ne sono presi solo 3 e che non c'è evidenza che sarebbero andati oltre, detto quindi che i francesi ci stanno prendendo per i fondelli - non è la prima volta nella storia e non sarà certo l'ultima- penso che non ci si deva fare distrarre da queste polemiche transalpine tra paesi di una certa storia e tradizione uniti dalla passione per vini, formaggi e Leonardo Da Vinci. No, i problemi non vengono dai numeri bensì dai principi: quelli giustamente, e finalmente, enunciati negli ultimi giorni dal ministro Piantedosi sono perfettamente sovrapponibili a quelli del presidente Macron: un grande paese non si fa prendere per i fondelli, né dagli scafisti, né dalle ong e neppure da parenti serpenti, che poi se c'è da trarre in salvo e financo ospitare qualche migliaio di disgraziati non sará quello il problema come del resto non lo è mai stato neppure in passato.
La diversità tra questo governo e i suoi predecessori non mi sembra stia infatti nello "stop ai soccorsi" - che Piantedosi non si è mai sognato neppure di pensare - bensì nello "stop alle prese per i fondelli" di ogni ordine e grado, cioè sia a quelle in doppiopetto dei burocrati e politici europei, sia a quelle con la faccia da ceffi di chi sui viaggi lucra milioni che poi investe per lo più nel commercio di droga e armi. Non è questione di chi vince e chi perde tra noi e i francesi, ce la giocheremo di volta in volta. Quello che mi sembra l'Italia stia dicendo è che almeno le regole siano le stesse per tutti, non che noi si finisce in castigo ogni due per tre senza aver torto un solo capello a nessuno mentre ai francesi del democratico Macron è concesso di prenderli, gli immigrati, a manganellate se solo si avvicinano ai loro confini.