Incredibile
"Migrante climatico?". Allora resti pure: il verdetto che fa discutere
Il tribunale di Venezia ha accolto il ricorso di un giovanotto 33enne proveniente dal Niger che ora vive nel Trevigiano, in quanto, per usare una espressione ormai consolidata anche se non dai giudici, "migrante climatico". Costui era giunto in Italia nel novembre del 2016 e aveva chiesto la protezione sussidiaria. Nel 2019 quest'ultima era stata respinta dalla Commissione territoriale di Treviso, ma nei giorni scorsi i giudici veneziani della sezione specializzata in materia di immigrazione l'hanno accolta, accordando la protezione non solo per il terrorismo e la povertà presenti nel Paese africano di provenienza, ma anche e soprattutto per il clima diciamo "impazzito".
«Dall'agosto 2020- c'è scritto nelle 23 pagine del decreto del 22 agosto scorso - il Niger sta affrontando le peggiori inondazioni della sua storia, che hanno colpito oltre mezzo milione di persone in una sola stagione». E quindi forti piogge, aumento del livello dell'acqua e gravi inondazioni, che in Italia spingono i giudici ad aprire i portoni. E dunque non solo guerra, indigenza, mancanza dei mezzi primari di sostentamento rappresntano motivi per accogliere migranti: ci mancava anche il clima.
VIOLENZE ETNICHE Il tribunale lagunare, come riporta Melting Pot, «riconosce anche gli abusi compiuti dalle forze regolari nigerine, le violenze etniche che si sovrappongono a quelle di ispirazione jihadista e l'elevata insicurezza in cui si trova a vivere la popolazione civile», ma anche - come detto - «la grave emergenza umanitaria provocata dai cambiamenti climatici e dalle inondazioni che si sono verificate dal 2020 a oggi». Decisivo è stato il racconto del 33enne. Nel 2016 era stato testimone oculare di un attacco terroristico di Boko Haram, la formazione jihadista, al mercato di Bosso, e aveva visto gente ammazzata, donne sequestrate, case bruciate. Fin qui la sua storia è simile a quella di tanti altri poveracci fatti partire con i barconi. Ma ad aggiungersi alla violenza perpetrata dai terroristi islamici ci sono anche la crisi umanitaria, l'insicurezza alimentare, gli effetti del cambiamento climatico e anche la pandemia da Covid-19. Il collegio poi ha fatto sapere che la rapida espansione dei jihadisti sta spingendo al limite un Paese già soggetto a siccità e inondazioni.
In effetti, pronunciamenti di questo tipo non sono nuove. È del 27 luglio scorso quella del tribunale di Genova con cui si riconosce la protezione speciale al richiedente nigeriano anche per la «grave crisi ambientale che affligge tutta l'area del Delta del Niger» e quindi per l'invivibilità della zona di provenienza. «Il Delta- recita il provvedimento - dagli anni '50 assiste a un progressivo deterioramento del proprio ecosistema, con ricadute tragiche per la popolazione dovuto non solo ai giacimenti, ma anche alle condutture vecchie ed inadeguate, alle dispersioni di greggio nel sottosuolo, alle emissioni di gas nell'aria. Malattie alla pelle, leucemie, tumori, un'aspettativa di vita più bassa rispetto al resto del paese, sono soltanto alcune delle più gravi conseguenze».
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ALTRI CASI
Peraltro, ci sono stati anche casi in cui il migrante presentava alla Commissione la letterina del fidanzato omosessual,e automaticamente riceveva la protezione in Italia. Anzi, tra i trucchi indicati dagli avvocati che seguono questi poveri disgraziati c'è anche quello di dichiararsi gay. «Vuoi un permesso di soggiorno? Dichiarati omosessuale e sei a posto». Ma questa è un'altra storia. Tornando al clima, la protezione accordata per i cambiamenti climatici è un fenomeno complesso, e ci si chiede se, con la bomba immigrazione che sta riesplodendo sulle nostre coste, se sia il caso di dare la protezione a tutti quelli che ora fuggiranno dal clima. Anche perché in Italia, detto tra noi, tra ghiacciai che si sciolgono, siccità, surriscaldamento globale e bollette pazze, non è che si stia poi così bene. Un esempio: il Pakistan sta vivendo la sua più grande sciagura, piove da tre mesi e ci sono 1200 morti a causa delle alluvioni, un terzo di questi è minorenne, gli sfollati si aggirano intorno ai 50 milioni. In base a questi pronunciamenti, potrebbero venire a milioni in Italia, e noi dovremmo offrirgli protezione umanitaria. Che facciamo, li accogliamo tutti?