La Pitonessa

Immigrazione, Santanchè e Cruciani a valanga: "Disperati, ma da noi non possono venire", smontate le balle della sinistra

Daniela Santanchè, con un post pubblicato sul suo profilo Twitter, si schiera dalla parte di Giuseppe Cruciani: "Gli immigrati che arrivano sui barconi sono persone come noi e come noi hanno bisogno di un lavoro e di opportunità che ad oggi non possiamo garantire", scrive la senatrice di Fratelli d'Italia. "Ha ragione Cruciani: non possiamo accoglierli tutti"

Il giornalista e conduttore de La Zanzara su Radio 24, aveva detto: "Non si può ritenere ineluttabile l'arrivo di migliaia e migliaia di immigrati, perché è vero che sono disperati ma non possiamo farci carico della disperazione di tutto il mondo". Una tesi che appunto viene condiva appieno da Daniela Santanchè che da tempo ribadisce che l'unico modo per fermare gli sbarchi è il blocco navale. 

 

 

Intanto, oggi 29 giugno, è stato raggiunto un accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio dell'Ue per trasformare l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo in un'agenzia dell'Unione europea per l'asilo, come comunicato dalla Commissione europea. "Si tratta - si legge in una nota - di un'iniziativa chiave nell'ambito del Nuovo patto sulla migrazione e l'asilo. La nuova agenzia contribuirà a migliorare la qualità, l'uniformità e la rapidità delle procedure di asilo negli Stati membri. La sua nuova riserva di 500 esperti fornirà inoltre un sostegno più efficace ai sistemi nazionali di asilo che devono far fronte a un elevato carico di lavoro, rendendo il sistema generale di gestione della migrazione dell'Ue più flessibile e sostenibile".

 

 

"Il 2020 ha visto il minor numero di domande di asilo nell'Ue dal 2013", annuncia l'Easo, l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo, che oggi ha presentato il suo 10° rapporto annuale. "Le 485.000 domande hanno segnato una diminuzione del 32% rispetto al 2019 (716.000) e una diminuzione del 64% rispetto al picco 2015 (1,4 milioni). Tuttavia, la riduzione delle domande", si specifica, "è dovuta principalmente a mobilità e viaggi limitati, piuttosto che a una diminuzione del numero di persone bisognose di protezione internazionale".