La polemica
Beppe Sala cancella il convegno: al Pd non interessano le italiane stuprate in guerra dai marocchini
È stato cancellato all'ultimo minuto. Una trentina di persone avevano già preso posto nella sala messa a disposizione dal Municipio 2 del Comune di Milano. L'ordine, arrivato dalla Prefettura, ha stoppato tutto, dopo una giornata di fuoco tra polemiche, alimentate, primo tra tutti, dal primo cittadino Beppe Sala. Tutta la sinistra del capoluogo lombardo, ieri, si è scagliata contro l'evento "Marocchinate, la storia nascosta".
Un'iniziativa organizzata per raccontare gli episodi di violenza sessuale in Italia durante la seconda guerra mondiale dai soldati marocchini (per questo "marocchinate") inquadrati nell'esercito francese. L'incontro si sarebbe dovuto tenere presso la sede del Municipio 2 che ha patrocinato l'evento. Tra i relatori previsti ci sarebbero dovuti essere Emiliano Ciotti, presidente dell'Associazione Nazionale delle vittime delle marocchinate, la storica e scrittrice Alessandra Colla e Lorenzo Cafarchio, in rappresentanza della casa editrice Edizioni Altaforte.
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Proprio quest' ultimo nome ha fatto storcere il naso alla sinistra, a causa del suo passato trascorso tra le fila di CasaPound. Il primo a intervenire contro l'iniziativa è stato proprio il sindaco. Con un post sulla sua pagina Facebook, Sala, già ieri mattina, aveva annunciato che gli uffici avrebbero svolto accertamenti sull'evento. «Ho scoperto in queste ore che il Municipio 2, il cui Presidente è il leghista Samuele Piscina, ha avviato una collaborazione e accordato l'uso del logo del Municipio e del Comune di Milano ad un incontro pubblico inutilmente provocatorio in cui si parla di violenze nel corso della seconda guerra mondiale. La storia è una cosa seria: usarla per provocazioni dal sapore di razzismo (non a caso, partecipa una casa editrice vicina a Casapound) è una cosa che Milano e i milanesi non possono accettare. I nostri uffici stanno verificando tutti gli aspetti formali del procedimento», ha scritto.
Dopo di lui, a pioggia sono intervenuti altri esponenti della sinistra milanese. «È ormai sotto gli occhi di tutti lo scivolamento della Lega verso posizioni di estrema destra, in conflitto con i valori della Costituzione repubblicana, democratica e antifascista. Ma è del tutto inaccettabile che si usino le istituzioni, che appartengono ai cittadini, per fare propaganda revisionista. Il Presidente leghista Piscina ritiri immediatamente il patrocinio a questa imbarazzante iniziativa», ha dichiarato Silvia Roggiani, segretaria metropolitana del Pd Milano. Il presidente dell'Anpi di Milano, Roberto Cenati, ha definito il titolo del convegno «apertamente xenofobo e discriminatorio». Il presidente del Municipio 2, Piscina, ha rispedito le accuse al mittente: «Come al solito alla sinistra piace una sola e unica storia: quella che nasconde i soprusi e le violenze di una parte politica».
Dopo le polemiche, l'evento è saltato. Le forze dell'ordine si sono presentate sul posto. La Prefettura ha motivato la decisione sulla base di un'interpretazione del decreto delle misure anti Covid che vieterebbero lo svolgimento di 'convegni'. Ma il presidente del Municipio 2, assicura che si tratta di un "rinvio": «Siamo già al lavoro per ripianificarla poiché alla storia non possono essere messi i bavagli». Dal canto suo Lorenzo Cafarchio ha definito le polemiche «pretestuose». «Durante il convegno avremmo parlato di fatti realmente accaduti, violenze subite da migliaia e migliaia di persone, come è ampiamente documentato, malgrado non se ne parli mai. La presenza della casa editrice Edizioni Altaforte non dovrebbe suscitare polemiche. Il problema è semmai l'opposto: perché solo la nostra casa editrice si interessa di fare luce su una vicenda della nostra storia?».
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