Combatte sul campo da hockey

Albina Perri

L'hockey sul ghiaccio per Peter Mueller è sempre stato una grandissima passione. O, sarebbe meglio dire, una vera e propria ragione di vita. Tanto da averlo per il momento aiutato a combattere la sua sfida più importante. Non quella che si 'consuma' sul ghiaccio, in campo accanto alla propria squadra, ma quella della vita, contro il cancro. Il 28enne tedesco, che ha giocato anche in nazionale e attualmente fa parte degli 'Squali di Colonia', è stato finora più forte della malattia: due anni fa i medici gli hanno diagnosticato un tumore cerebrale. Ma quel glioblastoma rimosso solo parzialmente non lo ha fermato, e dopo pochi mesi quel ragazzone dal fisico possente, il sorriso sempre stampato sul viso e gli occhi pieni di vita e di speranza, era di nuovo in campo, a difesa della sua porta. Lo scorso agosto, tuttavia, Mueller è tornato in sala operatoria. E ora il suo medico, Wolfgang Wick, ha raccontato al settimanale Der Spiegel nel numero di questa settimana che per la sua malattia il portierone di ferro ha vissuto molto a lungo, al di là di ogni aspettativa: "Robert Mueller ha già superato l'attesa media di vita per questo tipo di tumore", ha sottolineato lo specialista, spiegando che la maggior parte dei pazienti non sopravvive un anno a questo tipo di cancro, e che solo il tre per cento arriva a cinque anni. Ma Mueller, padre di due bambini, non vuole assolutamente sentire ragioni e da ottobre ha ripreso  gli allenamenti per quello che probabilmente sarà il suo ultimo rientro: egli vuole a tutti i costi difendere ancora una volta la porta dei Koelner Haie. A conferma che lui è ancora uno dei migliori portieri su piazza.