Nel cuore d'Europa a piedi e a quattro zampe
Quarantamila chilometri alle spalle, su e giù per gli Appennini e le Alpi, visitando non solo le bellezze d’Italia (isole comprese), ma anche della Svizzera, dell’Austria, della Francia, della Germania, della Slovacchia, della Città del Vaticano e della Repubblica di San Marino. Non è la cronistoria di un motorino ormai destinato alla rottamazione per i troppi chilometri coperti, bensì la vita di Gianluca Ratta, 38 anni, torinese della Pellerina (anche se lui non si sente appartenere ad alcuna città, nazione o persona) che a piedi sta girando l’Europa intera. Non un podista, non un atleta alla ricerca di una condizione “olimpica”. Semplicemente un uomo che vuole vedere, scoprire, vivere con i propri occhi e i propri piedi quanto può offrire il mondo, il tutto con il suo cane Shira, incontrata vagabondare tra Ragusa e Siracusa e ora inseparabile compagna di viaggio. Una storia che inizia il 1° gennaio 2000, giorno in cui Gianluca decide a modo suo di voltare pagina ed entrare, scarpe di ginnastica ai piedi, nel nuovo millennio. “Ai tempi lavoravo come pressatore di prosciutti in un salumificio di San Candido”, ricorda Gianluca Ratta. “Tuttavia quel posto mi stava stretto. Così, su una panchina al confine fra l’Italia e l’Austria, ho deciso di tagliare il filo all’aquilone. Il lavoro nobiliterà pure qualcuno, ma non me. Licenziarmi è stata una fine, una liberazione, il vero inizio di tutto”. Da allora tre mesi su e giù lungo le spiagge di Alassio per mettere nelle gambe un po’ di fondo, un saluto alla madre e alla sorella rimaste a casa e poi via, sulla strada, verso una nuova vita fatta di viaggi e luoghi ancora sconosciuti, accompagnato solo da una tuta di cotone leggero e un carrello di 60 chili. Ma lungo un viaggio, come spesso accade, si fanno incontri e si stringono amicizie speciali. Nel caso di Gianluca si forma un legame con un husky trovato per strada in Sicilia dopo 6000 km di cammino. “Eravamo due esseri abbandonati che si son ritrovati”, l’uno orfano di padre dall’età di sette anni, l’altra mollata chissà da chi. “Magrissima, dolcissima, gli occhi chiari, freddi, faceva capolino in mezzo a un prato ingiallito, tra Ragusa e Siracusa”. L’ho guardate e le ho detto: “Sei vuoi venire con me, si cammina tanto”. Da quel momento viviamo il nostro sogno insieme. Mi conforta il fatto che sia sempre lei a camminare davanti a me, come se sapesse la strada, segno che vuole andare dove voglio andare anche io”. Sono passati dieci anni e 34 mila chilometri da quell’incontro, un’infinità di suole e scarpe buttate e l’ingresso nel Guinness World Records per la più lunga camminata a piedi in compagnia di un cane. Shira e Gianluca, però, sono ancora in pista e, in attesa di ripartire l’1 ottobre 2010 per un nuovo viaggio verso il "Cuore d'Europa” (giro della Svizzera, Austria, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca, con partenza e arrivo da Zurigo), sono entrati di recente nelle librerie italiane con il loro primo libro (scritto da Gianluca) intitolato “Io e Shira”, pubblicato da Rizzoli. Un libro in cui si spiega il senso del loro viaggio, si approfondisce la vita del viandante e si trattano anche i temi del rispetto per l’ambiente, dello sport pulito e della lotta contro l’abbandono degli animali, argomenti sui quali Gianluca e Shira hanno anche tenuto incontri nelle istituzioni locali e lezioni nelle scuole. “I bambini sono cambiati: una volta venivano a dare le carezze a Shira e adesso mi domandano come faccio a caricare il cellulare. Ma forse è un vezzo italiano: quando sono all’estero, infatti, per prima cosa mi chiedono come sto, in Italia la prima domanda riguarda come faccio con i soldi”.