Conseguenze
Juventus, la voragine: gli effetti devastanti del primo anno di Thiago Motta (e Allegri se la ride)
Una stagione avara di successi, che ora pesa sul bilancio del club. I 193,3 milioni spesi dalla Juve quest’anno, più 59,6 di obblighi futuri fra Nico Gonzalez, Michele Di Gregorio e Lloyd Kelly, ha portato il dato costi a 252,9 milioni, che probabilmente cresceranno ulteriormente, soprattutto se ci saranno le riconferme di Francisco Conceicao, Kolo Muani e Kalulu. Le cessioni invece ammontano a 105,9 milioni, più i futuri 3,5 per Hans Nicolussi Caviglia, il cui riscatto è già scattato.
Secondo i calcoli del Corriere dello Sport, un anno di Conte, in media, costava circa 36,71 milioni come passivo sul calciomercato. Per Allegri invece siamo intorno a -53,23, in crescita. Meno alti della gestione Motta, la cui somma finale ha indicato una perdita -143,5 milioni, un’enormità considerando i -110,12 milioni avuti nei tre anni di Conte, con spese per 224,1 milioni che per larga parte condotte nell'estate del 2011-12. Anche se allora erano arrivati i frutti, con tre Scudetti consecutivi: -49,5 di delta nel secondo anno, addirittura in positivo il terzo con un +19,59 che probabilmente ha inciso nelle dichiarazioni sul "ristorante da 100 euro” lanciate da Conte in conferenza stampa.
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Con Allegri pure la cifra era minore rispetto all’era Motta. All’esordio del toscano con la Juve è stato registrato un -29,19 milioni, cresciuti fino a -72,22 nell'estate successiva con gli arrivi di Dybala, Alex Sandro, Mandzukic e Zaza, dopo un anno in cui era arrivata la finale di Champions League persa contro il Barcellona e la sensazione di non essere poi così distanti dai primi. Dal 2018 il vero cambio di rotta di Agnelli, con l'arrivo prima di Cristiano Ronaldo e un mostruoso -149,26 tra i 261,8 milioni (record) di spesa e i 112,54 di incassi. Fu l'ultimo anno del primo Allegri, poi due stagioni con Sarri e Pirlo, prima del ritorno del tecnico livornese, con un mercato da -77,62 e altre da un -40 complessivo.
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