Sinner, "tutto da lì": quando Djokovic ha cominciato a crollare. Panichi, rivelazioni pesanti

Roberto Tortora

Djokovic-Sinner? Un rapporto mutato nel tempo, che ha un prima e un dopo e che ha come spartiacque la Coppa Davis vinta dall’Italia nel 2023. A rivelarlo è Marco Panichi, preparatore atletico che oggi è nello staff del numero uno al mondo, ma prima ha lavorato proprio con il campione serbo.

Intervistato a SuperTennis, il canale televisivo di proprietà della Federazione Italiana Tennis e Padel, Panichi ha rievocato la semifinale tra Italia e Serbia a Malaga, quando Sinner e Djokovic si ritrovarono avversari, l’uno contro l’altro. Il match fu epico, ma lì si verificò la rottura tra i due. Nole, fin lì, aveva sempre battuto Sinner, tranne che in un match giocato qualche settimana prima nella fase eliminatoria delle ATP Finals a Torino. In quel caso, però, le cose cambiarono.

 

 

 

Panichi racconta: “Io credo che dal punto di vista mentale la partita in Coppa Davis è stata pagata un po’ di più da Nole”. Sinner, infatti, s’impose in tre set (6-2; 2-6; 7-5) e nell’ultimo parziale annullò tre match-point all’avversario, quando era 40-0 sul 5-4. E non solo, perché poco dopo Sinner si sarebbe anche ripetuto, battendo ancora uno sfranto Djokovic nella sfida di doppio accanto a Lorenzo Sonego, mentre Novak aveva Kecmanovic come partner.

 

 

 

Panichi, da testimone privilegiato, ha colto in quei momenti il cambio di prospettiva. Djokovic ha cominciato a “soffrire” psicologicamente Sinner, andando spesso e volentieri incontro a rovinose battute d’arresto contro il nuovo numero 1 del tennis mondiale. Da lì, forse, anche il sostegno a Kyrgios nella sua preparazione per tornare a essere un tennista e la battaglia mediatica “anti-doping” ridicola dell’australiano contro il tennista italiano.