Doping

Sinner, lo sfogo di Magnini: "L'hanno protetto, io ho visto porcate allucinanti"

Roberto Tortora

Non tutti in Italia sono dalla parte di Jannik Sinner, dopo il patteggiamento con la Wada per il caso Clostebol che lo ha condotto a soli tre mesi di squalifica e che lo riporterà in campo a maggio, in occasione degli Internazionali di Roma. Tra questi c’è il nuotatore Filippo Magnini, due volte campione mondiale nei 100 m e due volte sul tetto del mondo anche in vasca corta, con 17 ori europei nel palmarès.

Il campione fu squalificato per doping per 4 anni, ma poi venne completamente prosciolto dalle accuse dal TAS di Losanna. E ora ne parla al podcast “MVP – Most Valuable Podcast”, condotto da Flavio Bizzarri e Luca Dotto.

 

 

 

Su Sinner, Magnini è contrariato: “Ha avuto un trattamento particolare, ha avuto la positività martedì e mercoledì la sentenza. Io ho dovuto aspettare sette anni. Lo dico con l'invidia di chi è stato trattato come un appestato. Ho iniziato il processo nel 2017 e ho vinto il 27 febbraio del 2020, ma nel 2025 ancora sto aspettando il risarcimento danni. In quegli anni capivo che facevano i magheggi e delle porcate allucinanti. Io sapevo di essere a posto, pulito. Ero sicuro di vincere questa battaglia, eppure – spiega Magnini - non potevo neanche entrare nelle piscine. La stampa lo ha protetto perché è un campione ed è giusto. Io però sono stato massacrato, ho avuto un trattamento negativo senza avere alcuna positività. Nei miei confronti c'è stata tanta ipocrisia”.

 

 

 

Poi, però, elogia Sinner: “Sono convinto della sua innocenza e spero che si risolvi tutto. Sono contento di come lo stanno trattando, spero che nel futuro anche per altri atleti sia così. Viva Sinner. Se vuole giocare con me a padel, ci sono. Sta facendo un lavoro pazzesco ed è un fenomeno. Ha cambiato il modo di vivere uno sport di un Paese. Quando ho vinto il Mondiale, l'anno dopo ci saranno stati 500mila iscritti in più nel nuoto. Ora c'è il boom nel tennis”.