
Milan, "roba da criminali": il tifoso-vip guida la rivolta contro la nuova maglia

Nel termometro della rabbia dei tifosi del Milan, c'è solo una voce che registra una "febbre" più alta rispetto al "Cardinale vendi" o al "Sergio Conceicao out": è la protesta per la maglia esibita domenica sera, si fa per dire, nella nuova funesta partita persa contro la Lazio a San Siro. Una divisa rossa e verde con vistosi insergi gialli che, secondo molti, ricorda più la divisa del Portogallo (la nazionale del mister e di Rafa Leao, di Joao Felix e dell'ex allenatore Paulo Fonseca esonerato a fine dicembre) che quella del Diavolo.
"Solo per la maglia", recitava l'unico striscione esposto dalla Curva Sud in una notte di contestazione durissima e senza appello contro proprietà, dirigenza, staff tecnico e giocatori. Neanche per quella, verrebbe da chiosare vista la valanga di commenti sui social contro la quarta divisa firmata Puma insieme a Off-White, "Style and Culture Curator" ufficiale del club. Un malumore acuito ovviamente dal rendimento sul campo, semplicemente disastroso. Un flop sportivo che non consente di mandare giù nemmeno le banali scelte di marketing.
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"Solo per ste maglie oscene meritano di perdere", si legge su X. E ancora: "Se il Milan gioca con una maglia del genere, è giusto che perda", "Per tornare a essere una squadra seria e rispettata io comincerei con indossare una maglia degna di questo nome e non certi obbrobri", "Voglio conoscere il milanista che si compra questa maglia", "In 60 anni, mai visto una divisa più orrenda", "Lo scollamento fra dirigenza e tifosi lo si vede anche nella scelta della maglia. In un momento così delicato puoi indispettire ulteriormente chi viene allo stadio? A dir poco irrispettosa della storia del Milan, sembrano quei completini che si scelgono per i tornei aziendali".
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"Da criminali giocare con il Dna e la storia del Milan che è rossonera e non con colori da (con tutto rispetto) Portogallo", sono invece le dure parole di Dj Ringo, tifoso rossonero vip. Più che i colori del Portogallo, però, il kit celebra quelli della bandiera panafricana "per celebrare la black excellence e richiamare i concetti di unità e progresso". Tutto nobile, ma molti tifosi rossoneri si chiedano se il Milan sia ancora una squadra di calcio o una media company, come da tempo ripetono i suoi dirigenti, a metà strada tra una ong e una onlus.
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