L'azzurro
Jannik Sinner, "poco trasparente": chi si schiera contro il processo della Wada
"E' arrivato presto, inizialmente si diceva che la decisione sarebbe stata presa ad aprile. Trovo interessante la formulazione, un po' particolare": Barbara Schett, ex tennista austriaca e attuale conduttrice e telecronista di Eurosport, lo ha detto a proposito dell'accordo tra il tennista azzurro Jannik Sinner e la Wada per il caso Clostebol. Accordo che prevede tre mesi di sospensione per l'italiano di 23 anni nonché numero uno al mondo.
In un'intervista alla rivista sportiva Kicker, la Schett ha poi aggiunto: "La Wada ha detto che non si è dopato intenzionalmente e che è stato comunque squalificato. È un po' confuso, ma i tre mesi sono comunque buoni per lui, perché potrà tornare a giocare a Roma". Inoltre, ha sottolineato: "Personalmente credo alla storia di Jannik. Quello che vorrei anche dire è che solo perché conosci qualcuno e ti piace non significa che sia innocente. Ma penso davvero che sia stato un errore da parte del suo fisioterapista. E Jannik ora deve affrontare le conseguenze". E ancora: "A mio parere, il problema è il procedimento poco trasparente e la gestione della Wada o del Tas. Molti giocatori ora hanno l’impressione di poter negoziare con la Wada la durata della loro squalifica. Nessuno sa più cosa sta succedendo. A mio parere, la Wada deve creare regole più precise e severe affinché ci sia maggiore chiarezza nei casi futuri”.
L'ex tennista, infine, non ha potuto fare a meno di notare come questa situazione sia stata commentata online: "Naturalmente la cosa ha scatenato un putiferio, soprattutto sui social media, perché al giorno d’oggi tutti hanno un’opinione”.
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