Serie A

Antonio Conte-Simone Inzaghi, quello strano patto-scudetto: cosa succede tra Napoli e Inter

Claudio Savelli

La quota Scudetto proiettata con il ritmo attuale della capolista si abbassa a quota 83 punti. Ci potrebbe arrivare perfino la Juventus con 11 vittorie e un pareggio ed è un paradosso considerando l’atmosfera mesta che avvolge la giovane Signora. Dovesse battere il Verona (domani sera), la Juventus andrebbe a meno 3 dall’Atalanta che sarà poi sua rivale nella giornata successiva. 

A quel punto la Dea potrebbe escludere i bianconeri e rilanciarsi per la corsa scudetto o, viceversa, chiamarsi fuori come sembrava avesse fatto prima dell’inizio della sfida del Maradona, pareggiando contro un Venezia che gioca da serie A pur non avendo gli strumenti per farlo (qualcuno dia a Di Francesco un’altra grande occasione il prossimo anno, se la merita). Poi da Napoli arriva un pareggio che lascia tutto invariato, apparentemente tutti scontenti e invece no, è proprio l’opposto: sono tutti felici di non aver perso punti e posizioni rispetto alle rivali.

In questo momento nessuno ha la forza per strappare. Sono tre squadre sfibrate, affaticate, piene di infortuni o di reduci dall’infermeria. Sono tutte contente di questa giornata che si annulla e di giocarsi tutto in primavera, quando ne avranno di più. È una specie di patto tacito: questo campionato si deciderà per un punto, un dettaglio, un gol nelle ultime giornate e va bene così.

 

Tutti e tre gli allenatori si complimentano con i loro ragazzi perché in campo hanno dato tutti. E tutti e tre spiegano che il campionato è ancora lungo. Le dichiarazioni si possono invertire, sono praticamente le stesse. La difficoltà è comune e non va accentuata, è il momento di vedere il bicchiere mezzo pieno anche perché è una corsa di nervi ed è un attimo farli saltare e perdere due partite. Quando l’equilibrio è così sottile, nessuno si azzarda a romperlo se non ha in mano la possibilità di andare in fuga. Così Gasperini, Inzaghi e Conte, tecnici navigati, preservano lo status quo.

Si può pensare che Inzaghi e Conte debbano alzare il tiro, essendoci già passati, avendo già vinto uno scudetto. Invece è il contrario. Quella che dovrebbe rompere questo schema narrativo è l’Atalanta perché quando le ricapita di essere in una last dance con Gasperini senza più le coppe da giocare contro due rivali così in difficoltà? Probabilmente mai. E, già che ci siamo, vista la quota scudetto che si sta progressivamente abbassando fino agli 83 con cui vinse la Juventus di Sarri, la più bassa degli ultimi 24 anni, pure la Juventus di cui sopra e il Milan dovrebbero mangiarsi le mani.