Ora basta
Sinner, Bertolucci contro Dotto: "Cattiveria senza limiti". Poi si scatena la rissa
Alla vigilia del torneo di Doha, ma soprattutto a poche settimane dal verdetto del Tas di Losanna sul caso Clostebol, Jannik Sinner finisce più che mai sotto il fuoco amico. Da Giancarlo Dotto a Fabrizio Corona, si moltiplicano in maniera financo incomprensibile i critici nei confronti del tennista italiano numero 1 al mondo. E Paolo Bertolucci, ex capitano di Davis e gloria della nostra racchetta, raccoglie l'onere di fare l'avvocato difensore del Rosso di San Candido.
In particolare, sono le righe vergate da Dotto su Dagospia a colpire il sodale di Adriano Panatta. Sinner viene definito "nuovo Heidi", lo si accusa di fare "lo schizzinoso con i nostri altarini nazionalpopolari, li schifa proprio, ma si tura il naso quando si tratta di marchette multimilionarie, a destra e a manca". Quindi lo definisce "la patria di se stesso".
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Per Bertolucci tutto questo è semplicemente "cattiveria senza limiti". Su X un utente lo provoca: "Lavora in Italia e paga le tasse a Montecarlo. Ottimo direi". Replica fulminante: "Dove lavora?". "Tutta la pubblicità che fa per le aziende e prodotti italiani dove le fa, in Papuasia? E le tasse sui quattrini che si mette in tasca dove le paga? Ma collegati neuroni prima di scrivere", contrattacca l'utente. "Purtroppo - risponde ancora Bertolucci - i neuroni li ha tutti lei".
A chi gli fa notare che Sinner non piace alla maggioranza degli addetti ai lavori (considerazione discutibile, peraltro), l'ex campione di Davis del 1976 sottolinea: "Ti sbagli. Non piace agli invidiosi, ai cattivi e ai rosiconi".