Nerazzurri

Inter, quella necessità disperata dei giocatori: cosa filtra dallo spogliatoio

Claudio Savelli

Partita strana, si sapeva. Solo che un conto è dirlo, un altro è giocarla: lo fa bene la Fiorentina, approcciando con idee chiare e convinzione di poterla vincere; lo fa malissimo l’Inter, mai così svuotata di energie dopo tutto questo tempo a rincorrere il Napoli con un asterisco sulle spalle. La Fiorentina ha senz’altro sentito la partita in modo diverso, più emotivo. Una specie di reazione a quanto successo a Bove, presente e attivo in panchina nelle vesti del motivatore. L’Inter, invece, non ha sentito nulla. Nemmeno la pressione di doverla vincere.

Vuoi anche per la rinuncia a Barella e a Dimarco da parte di Inzaghi, il pallone gira più lentamente del solito e fa il gioco della Viola schierata con quattro terzini contemporaneamente. Non è vero che Palladino non aveva alternative, Colpani poteva giocare e avrebbe cambiato completamente l’impostazione della squadra, invece il raddoppio dei terzini è diventato strategico. Gli esterni dell’Inter si sono ritrovati sempre in inferiorità numerica e la superiorità guadagnata da Bisseck e Bastoni non viene sfruttata a dovere. Bravo Palladino, quindi, a trasformare un obbligo di formazione in una scelta tattica.

L’Inter soffre le squadre che arretrano e non si muovono in pressione perché non riesce a creare superiorità. Viene così disinnescata. Di solito scardina questi blocchi attraverso il ritmo del giropalla ma serve la massima intensità mentale. ,Quella che manca ai nerazzurri di scena al Franchi. L’Inter è stanca di testa, non di gambe. Non è atletico il problema, è psicologico ed è fisiologico. È normale che ci sia una flessione dopo una partita tesa e pesante come il derby, peraltro recuperata all’ultimo, ed è normale che il dazio allo sforzo della nuova Champions.

 

È capitato a tutte le grandi d’Europa, che non sia successo finora all’Inter è una specie di miracolo. È troppo facile dire con il senno di poi che il turnover di Inzaghi doveva essere più profondo, anche perché quando lo è gli viene contestato. La verità è che si aspettava intensità mentale da Frattesi e Bisseck che sono probabilmente i due dall’approccio più fiacco: prima uno e poi l’altro sono superficiali sui due gol della Fiorentina. L’energia di Ranieri, di Kean, di tutti i giocatori di Palladino è ciò che l’Inter non ha. Prima o poi un crollo doveva esserci, il problema per Inzaghi è che è arrivato nella partita sbagliata. Era la più importante della stagione per i nerazzurri, lo è diventata per la Viola.