Occhio...
Jannik Sinner, avvocato in azione: un caso clamoroso in Puglia
Sul campo ubriaca gli avversari a colpi di dritto e rovescio e con punti piazzati magistralmente negli scambi più difficili. A quanto pare, però, Jannik Sinner ha trovato anche un altro modo per ubriacare il prossimo, solo che… ne è inconsapevole!
C’è stato, infatti, uno sfruttamento non autorizzato della sua immagine sulle etichette di alcune bottiglie di vino Primitivo, tipico pugliese della zona di Manduria. Il vino è stato ribattezzato “Rosso Jannik”, con un riferimento evidente alla sua chioma riccioluta e 73 bottiglie sono state addirittura inviate al sindaco di Sesto Pusteria per Natale. Regalo che, però, è stato sequestrato dal Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, per verificare che non si tratti di contraffazione.
Leggi anche: Jannik Sinner, il messaggio di Lindsay Vonn fa impazzire tutti: "Ci ritroveremo un giorno, ne sono sicura”
Sta per partire, quindi, una bella causa legale? A quanto pare, per il momento, Sinner non ne ha intenzione. L’avvocato del tennista numero uno al mondo ha anche inviato una lettera al Comune di Manduria per assicurare che non verrà avviato alcun procedimento. Anche perché il danno d’immagine, più che al tennista, è andato al comune pugliese. C’è da capire, però, se quel vino sia veramente Primitivo e viene chiamato in causa Isidoro Baldari, assessore del comune di Manduria, titolare della Vineria Baldari e imbottigliatore del regalo fatto al tennista.
Leggi anche: Jannik Sinner, Gabriele Felline: "A 12 anni persi una finale contro di lui". Il gesto che lo ha sconvolto
Il vino sarebbe stato spacciato per Primitivo, ma in realtà proveniente da un'altra realtà vitivinicola. Dovrà spiegare ai viticoltori del Primitivo e al Consorzio di tutela perché le bottiglie non avevano la fascetta obbligatoria di tracciabilità doc o docg. Novella Pastorelli, presidente del Consorzio di tutela ha dichiarato: “Il consorzio non può considerare e riconoscere come autentiche le bottiglie, perché sprovviste del contrassegno di Stato”. Il caso era stato portato alla luce da Domenico Sammarco, consigliere comunale d’opposizione che temeva, appunto, una causa legale da parte di Sinner. Jannik, però, ha annullato anche questo break.