L'intervista
Milan-Inter, Luca Ravenna: "Loro favoriti ma con noi c'è Simone..."
L’Inter è una cosa troppo seria anche per chi possiede la nobile arte di saper far ridere. Luca Ravenna è tra gli stand up comedian più apprezzati del nostro paese, ma anche un interista dalla fede inossidabile, uno di quei milanesi che non ha mai avuto dubbio alcuno sui colori da sposare per un’intera vita: “Io e mio fratello abbiamo capito in fretta quanto l’Inter fosse importante per il nostro papà. Un coinvolgimento emotivo enorme, per cui se l’Inter vinceva lui era felice e noi volevamo esserlo insieme a lui”.
È finita da poco la conferenza stampa, da giornalista cosa avrebbe chiesto a Inzaghi?
“In questo momento potrei tranquillamente presentarmi a lui dicendogli che è l’uomo più bello d’Italia”.
E poi?
“Abbiamo sofferto il Milan due volte su due, gli chiederei se ha delle armi da opporre e quali”.
Ti senti più intertriste o tuttaposter?
“Siamo campioni mondiali nel non saperci godere le cose. Ma è giusto conservare un punto di vista obiettivo. Mi pongo a metà strada ma ovviamente questo derby lo vivo con malessere diffuso”.
Tornando a Inzaghi, qual è il maggior pregio che gli riconosci?
“Cucina da stellato con ingredienti di giornata, questa è la bravura di Inzaghi. Ci fa sentire forti, ha cancellato quella fragilità che era pura del tifoso interista”.
Si aspetta qualcosa dal mercato?
“Avrei preso Maldini per fare uno sfregio al Milan. L’altro pallino è il ritorno di Hakimi”.
Sul mercato in uscita?
“Se vendono Barella mi incateno alla sede”.
Esiste un calciatore che ha insultato con accanimento?
“Balotelli, con tutto me stesso. Nel calcio esistono simboli e sacralità, certe cose non le devi toccare e quando ha lanciato via la maglia…”.
Ci declina i 4 primi anelli di San Siro?
“Primo rosso, quello degli aristocratici e degli infiltrati influencer. Primo verde, estensione della Curva. Primo blu, lo ricordo come quello riservato agli ospiti. Era un segno di eleganza. Primo arancio, è la tribuna Morfeo. Fu lui a dire che quel settore è frequentato da chi si presenta esclusivamente per insultare”.
Qualcuno ha mai tirato fuori il primo arancio che è in te?
“Ricky Alvarez e Gasperini, quanto ho sperato andassero subito via. Sembravano non capire dove si trovassero”.
A Milano ultimamente si abusa del termine “maranza”, ne riconosci qualcuno nello spogliatoio nerazzurro?
“La vedo più una specialità rossonera in questo momento”.
Si immagini capitano dell’Inter, cosa direbbe ai suoi compagni prima di scendere in campo?
“Parlerei alla Mkhitaryan, giochiamo come sappiamo perché in quel modo siamo i più forti”.
Se le dico Cavese?
“Ho due maglie, una me l’ha regalata proprio il club. Non saremo mai abbastanza grati al Milan per quella partita”.
Inzaghi o Conte?
“Non esiste neanche il parallelo. Conte rientra nella categoria dei grandi gobbi, il suo scudetto non me lo sono goduto neanche per intero per via del Covid. Inzaghi è un’altra cosa”.
Un difetto di Inzaghi?
“Sembra che l’Inter voglia sempre stravincere, ma a volte è richiesto altro”.
Ha un simbolo nerazzurro su tutti?
“Peppino Prisco perché è stato presente in tutti i momenti”.
Da chi si è sentito tradito?
“Ho vissuto il passaggio di Vieri al Milan con disgusto”.
Gli idoli di oggi?
“Barella. Ma avete visto con quanta personalità sta tornando Lautaro? La fascia al braccio non è un drappo messo lì a caso”.
È scaramantico?
“In modo partenopeo”.
Se le chiedo un pronostico?
“Il Milan ci arriva troppo in forma, attraversano un periodo magico. Sono i favoriti alla vittoria”.