Tremori

Jannik Sinner, l'inquietante tesi del neurologo: "Ne sono convinto, cosa lo ha colpito"

Domani, mercoledì 22 gennaio, Jannik Sinner sarà in campo per i quarti di finale degli Australian Open. Ma a fare ancora discutere è quanto accaduto agli ottavi contro Holger Rune. Durante il match, l’azzurro ha mostrato segni di malessere e tremore alla mano, superando però il momento critico con una dimostrazione straordinaria di forza mentale e fisica. Sinner ha respinto i tentativi di break dell’avversario e ha dominato gli ultimi due set, guadagnandosi un posto tra i migliori otto del torneo.

Sul malore accusato dal giovane talento italiano è intervenuto Rosario Sorrentino, neurologo e divulgatore scientifico, che ha avanzato un’ipotesi sulle cause del problema. Un'ipotesi che spiegherebbe anche la reticenza del numero 1 al mondo nello spiegare con precisione cosa gli sia accaduto. "Ho visto il video in cui al nostro Jannik Sinner tremavano le mani e sono convinto che si tratti di un attacco di panico. Lo sport estremo ad alta intensità agonistica e competitività, soprattutto di tipo anaerobico, come il tennis, può essere un fattore trigger per scatenare un attacco di panico in soggetti predisposti", ha spiegato Sorrentino interpellato dall’Adnkronos Salute.

Secondo il neurologo, l’attacco di panico "può manifestarsi con disturbi sia di tipo fisico che di tipo mentale. Si presenta con tremore a mani e gambe, senso di vertigine con tachicardia e iperventilazione, che sono i sintomi cardine". A questi sintomi si aggiunge un elemento psicologico: "Subentra la paura delle sensazioni avvertite, con disagio a ripartire. Queste sensazioni durano pochi secondi, al massimo qualche minuto, ma sono capaci di destabilizzare la percezione del controllo e del rendimento fisico dell'atleta per il forte timore di poter riprovare quelle sensazioni", sottolinea.

 

Insomma, un attacco di panico potrebbe essere quanto ha colpito Sinner in campo e nel caldo torrido di Melbourne. Sorrentino, infine, sottolinea che il comportamento di Sinner è stato del tutto comprensibile: "L’atleta tende in quei momenti a fermarsi per comprendere ciò che gli è accaduto, come ha fatto Sinner", conclude.