Serie A

Serie A, la Juve torna a vincere e sale al 4° posto: Mbangula-Weah stendono il Milan

La prima vittoria dell'anno della Juventus arriva nel momento più delicato, in uno scontro diretto pesante in chiave lotta Champions e in mezzo a infinite voci di mercato, tra lo stallo Kolo Muani, per il quale si attendono novità a breve da Parigi, e il possibile addio di Cambiaso, ammaliato dalle sirene provenienti da Manchester, sponda City, ma regolarmente schierato da Thiago Motta e confermato – almeno per il momento – da Cristiano Giuntoli (“un'offerta non è arrivata, nel caso ci penseremo”). La Vecchia Signora dopo il doppio 1-1 con Toro e Atalanta era chiamata però soprattutto a rispondere sul campo, e così è stato: la Juve stende il Milan, prendendosi la rivincita dopo l'amaro ko in Supercoppa e salendo almeno per una notte al quarto posto, quello che lungo la strada, pareggio dopo pareggio, è diventato l'obiettivo stagionale. Le reti, entrambe nella ripresa, di Mbangula – alla sua miglior prova in bianconero – e Weah, che ha 'spaccato' la partita con il suo ingresso in campo nell'intervallo al posto dell'acciaccato Yildiz, premiano la squadra che ha cercato con più insistenza e convinzione i tre punti. Per il Milan è uno stop che fa male, perché spedisce i rossoneri momentaneamente a meno sei dalla zona Champions, ma soprattutto perché nel giro di una settimana l'effetto Supercoppa e la scossa portata da Conceiçao sembrano già evaporati. A Torino si è rivista una formazione svogliata e con poco equilibrio che fatica a scalare posizioni di classifica. Le assenze, seppur pesanti, di Morata e Pulisic non bastano a giustificare una prova incolore del Diavolo, che dopo un primo tempo a viso aperto nella ripresa non ha saputo reagire all'uno-due bianconero.

Nella corsa Champions il pareggio serve poco a entrambe le squadre, ed è con questo spirito che Juve e Milan scendono in campo, approcciando la contesa con grinta e determinazione. I bianconeri provano a fare la partita, e sfiorano subito il vantaggio con una conclusione a giro di Mbangula alta non di molto. Il Diavolo, costretto a rinunciare a Pulisic e Morata, si rintana e cerca di ripartire in contropiede, facendo affidamento all'esplosività e al talento dell'asse mancino Theo-Leao. Di Gregorio deve così farsi trovare pronto a metà primo tempo sul tentativo del portoghese, con il francese che viene murato da Gatti sulla ribattuta. Ripartenza immediata dei padroni di casa e palla che finisce a Nico Gonzalez, che in campo aperto arriva davanti a Maignan ma è impreciso al momento di concludere. In precedenza ci avevano provato senza fortuna Reijnders da un lato sugli sviluppi di una palla inattiva e Koopmeiners sul fronte opposto con una conclusione potente. Alla lunga i bianconeri si fanno preferire rispetto agli ospiti per intensità e grinta, con tante palle recuperate in mezzo al campo che tolgono certezze ai rossoneri. Il Milan però può contare su Maignan, che al 36' salva sulla conclusione di Yildiz.

 

 

 

Nella ripresa la Vecchia Signora è costretta a rinunciare proprio all'attaccante turco, fermato da un problema all'adduttore. Con l'ingresso di Weah la Juve perde in termini di fantasia ma ne beneficia per velocità e profondità. Ed è proprio l'esterno statunitense a spaccare la partita con le sue sgasate. All'8' Maignan salva ancora, immolandosi anche sul tentativo a rimorchio di Koopmeiners, ma nulla può suol tiro al 16' di Mbangula sporcato da Emerson Royal, che innesca una traiettoria imprendibile per il portiere francese. La Juve è di nuovo avanti, ma a differenza di altre occasioni questa volta non si ferma. E dopo l'1-0 affonda il colpo che stende definitivamente un Diavolo non pervenuto nel secondo tempo: Thuram recupera palla e serve in verticale Weah, che brucia Tomori e con un diagonale chirurgico supera Maignan. Incassato il secondo schiaffo, il Milan prova a svegliarsi nel quarto d'ora finale ma ormai è tardi, per tutto. Lo spareggio Champions va alla Juve, per il Diavolo l'effetto Supercoppa sembra già svanito.