Dito puntato
Jannik Sinner, la bordata di Martina Navratilova: "Tutto questo puzza, bisogna trovare chi imbroglia"
La Wada? Andrebbe riformata, almeno secondo l’ex statunitense Martina Navratilova, che in passato fece la storia del tennis con i suoi 167 tornei vinti. Un record inavvicinabile ancora oggi per tutti. La tennista d'origine cecoslovacca, oggi 68enne, si è detta dalla parte di Jannik Sinner nel caso della positività indiretta di Jannik al Clostebol. Il caso è finito al Tas di Losanna, chiamato a pronunciarsi il prossimo aprile sulla vicenda dopo il ricordo della Wada, l’agenzia mondiale antidoping, che vorrebbe fosse punito per negligenza. La sua contrarietà alla Wada, Navrativola l’aveva manifestato anche in un caso del passato, quello dei 23 nuotatori cinesi trovati positivi prima dei Giochi di Tokyo 2021. L’agenzia mondiale antidoping, allora, chiuse in fretta l’inchiesta accettando la spiegazione di una contaminazione alimentare, peraltro di una sostanza (la trimidazina, la stessa della Swiatek) che non si può trovare nei cibi. Alcuni di quegli atleti poi parteciparono all’Olimpiade di Parigi, vincendo medaglie e facendo deflagrare definitivamente lo scandalo.
“Non sarò molto diplomatica sull’argomento e vi dico che tutto questo puzza — le parole d’esordio della leggenda del tennis femminile —. L’intero sistema va fatto saltare in aria e bisogna ricominciare da zero. In questo momento la Wada è sotto osservazione per quello che ha fatto con gli atleti cinesi, anzi sarebbe meglio dire quello che non ha fatto. I casi di Sinner e della Swiatek (autosospesasi e poi fermata un mese per positività a uno stimolante che era nella melatonina assunta per assorbire il jet-lag, ndr) non hanno nulla a che fare con il doping”.
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E ancora: “Invece di provare davvero a trovare chi imbroglia, ci concentriamo su creme da massaggio o su una pillola per dormire, presa per cinque anni e che ora è risultata contaminata”, le dure parole della 68enne. E non è finita qui: "Ormai il concetto è che gli atleti siano colpevoli finché non dimostrano la loro innocenza — ha aggiunto —. Sinner pensava che il suo caso fosse concluso e ora si trova a fare i conti con un appello. Ma perché? È una cosa che non capisco. Ma credo che su questo caso ci sia da fare chiarezza al più presto".
Dalla parte di Sinner si è schierato anche un altro connazionale della Navratilova, oltreché anche lui leggenda della racchetta: John McEnroe, che ha ribadito il suo pensiero al podcast The Genius di Andy Roddick: ”Io sono dalla sua parte, accetto la sua spiegazione — il suo commento —. Io amo vedere lo sport giocato al suo massimo livello, e quindi sarebbe un grande dispiacere per me pensare che uno dei migliori giocatori del circuito sia coinvolto volontariamente in questo caso di doping e dunque io voglio quindi credere a Sinner. Agli US Open ci hanno spiegato chiaramente che in lui è stato trovato un milionesimo di qualcosa, non so cosa di preciso, ma mi sembra davvero un niente. Spero soltanto che questa vicenda non crei problemi al nostro sport. E a ogni modo il tennis avrebbe bisogno di un commissario che prenda posizione a favore dei giocatori quando ci sono situazioni non chiare, che spieghi cosa è successo davvero".
Oltre a loro, anche Mats Wilander, intervenuto su Eurosport, è dalla parte di Jannik: "Penso che Sinner sia completamente innocente — ha concluso —. Non è stata colpa sua, non penso ci sia alcuna possibilità che abbia fatto qualcosa di illecito".