Clostebol
Jannik Sinner, un disegno politico contro di lui? Uno choc: "Perché lo vogliono colpire"
Manca poco alla sentenza del Tas di Losanna, che si esprimerà sul caso della positività al Clostebol di Jannik Sinner a Indian Wells 2023. Il campione di Sesto Pusteria rischia minimo un anno di stop in caso la Wada vincesse l’appello. Nel frattempo, per fortuna, si può pensare ancora solo al campo e Sinner ha già rimesso le gerarchie sul tavolo, battendo in esibizione Popyrin all’Open Week degli Australian Open.
Prima che lo Slam cominci, ci sarà anche un duello contro Tsitsipas: “C’è sempre tensione all’inizio dell’anno, ma so il lavoro che ho fatto e sono fiducioso”. Un po’ di apprensione solo per la “fidanzata” Anna Kalinskaya, che ha dovuto interrompere il suo match contro la Bencic per un malore: tanto caldo e pressione bassa. Nulla di grave in ogni caso.
Sulla squalifica di Sinner, in ogni caso, non pende solo lo status “dopante”, bensì anche il concetto politico che vuole l’Italia del tennis, in questo momento, al vertice del mondo. Il numero uno del ranking ATP è italiano, il dirigente numero uno dell’Atp stessa è italiano (Andrea Gaudenzi, ndr), le Atp Finals si terranno in Italia per altri 5anni e perfino le finali di Coppa Davis si giocheranno per tre anni nella nazione di chi l’ha vinta nelle ultime due edizioni.
Insomma, un dominio bello e buono. C’è, quindi, chi tifa per la Wada per interessi che poco hanno a che fare con il fair-play? Possibile, come scrive Il Giornale. E nel frattempo le previsioni si fanno sempre più fosche, Karen Moorhouse, la CEO dell’International Tennis Itegrity Agency che ha già assolto Sinner per il fatto, stronca gli attacchi di mediatici di Kyrgios: “Se si prendono tutte le parole di Nick, le si analizzano e si arriva alle conclusioni, si potrebbe diventare pazzi: probabilmente non sono d’accordo, ma se a Sinner il ricorso Wada dovesse essere sfavorevole, la pena non potrebbe essere meno di un anno”.