Flop su flop

Ferrari, ecco la classifica impietosa: cosa è accaduto negli ultimi 16 anni

Leonardo Iannacci

Bisogna saper perdere, cantavano i Rokes nei favolosi anni Sessanta. La Ferrari ci sta riuscendo benissimo da 16-17 anni: dal 2007 non vince il titolo piloti (l’ultimo re su una Rossa fu Kimi Raikkonen), dal 2008 quello Costruttori. Un’eternità se si valuta questo mondo rutilante della Formula 1 che ha chiuso ieri sera, quando la notte è calata sul gran premio di Abu Dhabi, il mondiale 2024. Ancora una volta a Maranello sono rimasti a bocca asciutta. La storia si ripete: a gennaio si è pieni di buone intenzioni ma a dicembre, quando si fanno i consuntivi della stagione, “zero tituli” sono quelli in saccoccia. Ieri, sotto la bandiera a scacchi sventolata da Jannik Sinner, è sfrecciato Lando Norris, in testa dall’inizio alla fine. Secondo è giunto Carlos Sainz alla gara d’addio, terzo un tonico Leclerc risalito dalla 19esima alla terza posizione.

SENTENZE
L’aritmetica concedeva alle SF-24 e ai fedeli delle Rosse qualche residua possibilità per il mondiale marche ma Abu Dhabi ha fornito sentenze inappellabili: la McLaren, dopo 26 anni, ha riconquistato l’iride costruttori e la Ferrari si è accodata diventando ancora una volta, per dirla alla Enzo Ferrari, “la prima dei perdenti” con i suoi 652 punti contro i 666 del team di Woking. A nulla è servito l’harakiri fatto da Oscar Piastri in partenza, quando si è toccato con Verstappen ed è finito nelle retrovie. È bastato Norris per vincere e mettere al sicuro l’ambito titolo marche.

 



Lontano dalla notte araba, John Elkann ha preso atto dell’ennesima sconfitta per le Rosse, perché è di sconfitta che occorre parlare se non si vuol stare inginocchiati davanti alla nobile Squadra Corse di Maranello. A Elkann, Amministratore Delegato di EXOR, Presidente di Stellantis e di GEDI Gruppo Editoriale, nonchè numero 1 di Maranello dal 2018 allorché sostituì Sergio Marchionne ormai prossimo alla morte, non è rimasto che guardare al futuro, al 2025, a una stagione che si aprirà con una formazione tutta nuova per il suo team di perdentoni di successo. Ma l’arrivo del 40enne Lewis Hamilton a fianco di Leclerc è soprattutto un’enorme scommessa.

Elkann ha fatto di testa sua e ha voluto fortemente l’inglese sette volte campione del mondo che, dal 2021, da quando venne defraudato dell’ottavo titolo piloti per una folle decisione del responsabile dei commissari di gara, a favore di Verstappen, in pista non sembra più lui. Pochi giorni fa il neoferrarista ha ammesso: «Non riesco più a guidare come una volta». Una frase mortificante se si pensa che John spenderà per lui 40 milioni di euro, questo lo stipendio assicurato a Lewis pur di averlo a Maranello. Il rischio è, poi, un altro: la Squadra Corse Ferrari si troverà nel 2025 due galletti nel proprio pollaio. Due teste calde, due piloti egocentrici, come è giusto che sia, ma che differiscono per dettagli non da poco: Lewis arriva forte dei suoi 7 titoli mondiali e non farà mai da seconda guida, figuriamoci; Charles con la sua nomea da Predestinato, dopo sei stagioni dovrà dimostrare tutto, principalmente di andare più veloce del 40enne londinese. Non vorremmo essere nei panni del team principal Fred Vasseur, deputato a gestire i box. E una futura SF-25 si spera competitiva.

TROPPO POCO
La realtà di questo fine 2024 targato Ferrari è legata ai numeri: le Rosse hanno perso l’iride piloti e quello costruttori in Formula 1 nonché il mondiale WEC che è il campionato alternativo dove concorrono i bolidi a ruote coperte di grandi marchi, Toyota in testa. Elkann e il popolo delle Rosse possono festeggiare solo la 24 Ore di Le Mans, vinta lo scorso giugno. Pochino per un’azienda che va molto forte sul piano degli esemplari di prodotto venduti e sul mercato azionario ma non riesce da troppi anni a riconquistare il cuore degli appassionati del motorsport, malgrado il budget molto alto a disposizioneper realizzare monoposto che, dal 2007, non sono degne del grande passato del Cavallino. Bisogna saper perdere, cantavano ai tempi di Enzo Ferrari i Rokes. Per il 2025 si spera che a Maranello cambino melodia.