Sibillina
Sinner e il doping, la Swiatek squalificata: "La verità è un'altra", parole pesanti su Jannik
Sono tutt'altro che tenere le parole di Iga Swiatek, la polacca numero 2 del tennis mondiale, riguardo alla sua sospensione per doping e alla situazione del collega italiano Jannik Sinner. Intervistata dal programma Fakty po Faktach della tv polacca, la 23enne trovata positiva alla Trimetazidina a un test anti-doping ha rivelato come ha passato quei primi minuti di choc.
"Quando ho saputo della positività ho avuto una reazione violenta, ricordo le lacrime e il panico. Ho combattuto per dimostrare la mia totale innocenza, e so che anche in questi casi le persone cercano di fare paragoni tra queste situazioni con altre che sono già avvenute, ma la verità è che ognuno di questi casi è diverso, quindi impossibile paragonare il mio caso a quello di Jannik Sinner o Simona Halep". Parole sibilline, soprattutto riguardo all'altoatesino ancora in atteso della sentenza del Tas di Losanna dopo il ricorso della Wada riguardo alla sua positività al Clostebol dello scorso marzo a Indian Wells.
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"Ricordo di questa mail: riceviamo mail con notifiche e aggiornamenti quando ci sono delle comunicazioni, l'ho aperta convinta fosse una informazione per i tennisti ricevuta in automatico, ma stavolta era molto più seria. Non sono riuscita ad arrivare alla fine, ero già scoppiata in lacrime. I miei manager hanno detto che la reazione era quella di chi aveva appena visto morire qualcuno, o aveva avuto un grave problema di salute - prosegue, ancora scossa -. Sono grata non fossi da sola. Ho dato il telefono a qualcuno, ho pensato fosse un errore. Non capivo davvero cosa stesse accadendo. Il nome della sostanza era completamente nuovo per me, non ho mai sentito di quella, dell'origine. Non pensavo granché, ero solo sommersa dalle emozioni. Sono arrivata a provare disgusto per il tennis".
"Preferirei dire 'non colpevole', ma ammetto che per me sia solo questione burocratica", ha continuato la tennista polacca, ha vinto 4 Roland Garros e uno Us Open. "Per me la cosa migliore è che sia in grado di prepararmi alla prossima stagione senza alcun pensiero, concentrandomi sul gioco. Quando mi hanno comunicato che sarebbe tutto finito nel giro di una settimana, ho accettato il verdetto senza pensarci troppo. L'aver ricevuto questa punizione è una formalità. Loro hanno seguito le loro regole, anche perché non c'era una persona sola a giudicarmi ma ci sono state tutte delle procedure da seguire e anche questa decisione del mese di stop è stata dettata, appunto, da procedure".