Malori
Edoardo Bove, il super-esperto: "Perché spostare la lingua è pericoloso"
Il malore, l’intervento di Danilo Cataldi per disostruire le vie aree spostandogli la lingua, poi il viaggio all’ospedale Careggi e il lieto fine. Edoardo Bove è salvo, dopo aver rischiato la vita durante Fiorentina-Inter mettendo in apprensione anche i suoi compagni e quelli dell’Inter. Se i giocatori sono tornati in campo per preparare l’impegno di Coppa Italia in programma mercoledì contro l’Empoli, l’ex Roma sta bene e ha caricato i suoi compagni. Molti media, parlando di quanto accaduto, si sono focalizzati sull’intervento tempestivo di Cataldi, ritenuto come salvavita. Per questo Oriano Mecarelli, presidente della Fondazione Lie (Lega Italiana Contro l'Epilessia) ha diffuso una nota ufficiale per approfondire il tema delle manovre salvavita e smentire alcuni luoghi comuni associati all'attacco epilettico.
Per il professore non serve spostare la lingua, è inutile e pericoloso. La lingua è infatti un muscolo e non può cadere all'indietro, ma può spostarsi di lato e in questo caso il rischio è che la persona possa ferirsi qualora la lingua finisca tra i denti ma non che soffochi. Diverso è il caso di un'ostruzione dovuta un corpo estraneo: in questo caso invece si può ricorrere alla manovra di Heimlich. Aprire la bocca a una persona che ha avuto il malore potrebbe essere pericoloso per chi interviene, perché potrebbe ferirsi la mano con i denti o i denti stessi potrebbero danneggiarsi. Soprattutto "in caso di crisi epilettica – spiega Mecarelli – con irrigidimento e scosse cliniche intense, è importante non tentare di aprire forzatamente la bocca della persona colpita dall’attacco”.
Poi il professore ha spiegato perché un malore improvviso come un infarto può essere confuso con una crisi epilettica: "Quando per problemi cardiaci (arresto del ritmo, fibrillazione ventricolare, ecc) il sangue non arriva più al cervello – spiega – si perde conoscenza e si possono avere anche piccole scosse cloniche agli arti, come quelle, più importanti, che si verificano nelle crisi epilettiche (scosse tonico-cloniche generalizzate)”. Scosse che si possono verificare anche nei più comuni svenimenti, ad esempio per effetto della vista del sangue nei soggetti predisposti. In questi casi però il cuore riprende a battere abbastanza velocemente e la persona riacquista spontaneamente coscienza, senza il bisogno di intervenire con manovre cardiache. Diverso invece è il caso di un arresto cardiaco o di qualsiasi situazione in cui il cuore si ferma per un periodo più lungo: in queste circostanze le persone presenti devono intervenire immediatamente chiamando il 112, e, se è possibile, applicare il massaggio cardiaco e fare ricorso al defibrillatore.
Nel vademecum della Fondazione di Lice, se una persona sta male e non conosciamo la causa, la prassi da seguire è la seguente: 1) adagiare la persona su una superficie sicura; 2) chiamare immediatamente il 112; 3) controllare respirazione e battito dal polso se la causa del malore è una crisi epilettica (è importante evitare di bloccare la persona e controllare che non cada, e una volta finita la crisi, metterlo su un fianco); 4) se il cuore non batte regolarmente usare un defibrillatore se disponibile, 5) se il cuore non batte e non c’è defibrillatore si procede con la rianimazione cardio-polmonare (RCP), ma si tratta di una procedura tecnica effettuata in genere da soccorritori esperti che sono stati istruiti su come farla. Soccorsi che vanno chiamati il prima possibile, dato che un arresto cardiaco di una durata superiore ai cinque minuti può causare danni irreversibili al cervello.