Sdeng
Sinner, "baciala Jannik": il gelo con Anna Kalinskaya, clamoroso a Torino
Baciala Jannik, quella coppa. Alzala al cielo mentre papà Hanspeter si gonfia di orgoglio e mamma Seglinde, da casa, ripensa con tenerezza a quel giorno quando, bambino, rompesti un vetro della cucina di Sesto Pusteria con una pallina da tennis. Seglinde, che ora singhiozza per la felicità, ti portò allora dal primo maestro per farti sfogare senza creare più danni e fu quel giorno che ebbe inizio la leggenda di Jannik Sinner campione del quale oggi ne celebriamo il diapason tennistico.
Il trionfo alle Nitto Finals di Torino contro Taylor Fritz, piegato con un doppio 6-4, vale quanto uno Slam e ben di più degli altri tornei conquistati in questo anno irripetibile nel quale 70 sono state le partite vinte e solo 6 quelle perse, tutte contro dei Top 10. Questo momento di Sinner è il compendio di una vita, di una storia che stiamo raccontando da un anno e alla quale si aggiunge sempre un capitolo nuovo, eccitante e gioioso come è l’avventura di questo 23enne con i capelli rossi che non finisce mai di stupire. E che sarà la punta di diamante, insieme a Matteo Berrettini, Lorenzo Musetti e alla coppia Bolelli-Vavassori, nelle finali di Davis in programma a Malaga, le cui convocazioni sono state ufficializzate ieri dal ct Filippo Volandri.
Leggi anche: Jannik Sinner e Anna Kalinskaya, la dolorosa conferma a ridosso della finalissima: non c'è nessuno...
RESISTENZA AMERICANA
Nella finale di ieri Sinner non si è trovato di fronte il suo rivale numero 1, Carlitos Alcaraz. E neppure il grande Nole Djokovic, dal quale ha raccolto una splendida eredità tennistica. Di fronte c’era questo americano di bell’aspetto e ricco di natali, con il suo tennis dinamitardo ma più povero di talento rispetto a quello di Jannik. Ed è finita come doveva finire, esattamente come si era conclusa due mesi fa la finale degli US Open quando Fritz perse in tre set e ritornò nella sua villa californiana scornato. Magari a bersi un drink con Arnold Schwarzenegger, suo vicino di casa e primo tifoso.
Nel replay di quella finale newyorchese esaltante per Jannik le cose si sono ripetute. Nel primo set l’americanone ha mostrato muscoli e servizi a 200 all’ora mentre Sinner ha esplorato con pazienza, angoli e lungolinea sconosciuti per il tennis di Fritz: sul 3-3, nel settimo e spesso decisivo game, Jannik ha pescato il primo jolly, leggi break, con un drop shot straordinario. Più lento negli spostamenti, l’americano si è battuto bene ma il parziale è filato via placido e tranquillo in un primo set che è parso un film già visto fra i due: 6-4 per Sinner non senza qualche patema, compensato però da una serata mostruosa al servizio (10 ace e una resa con la prima del 90%). Risultato: 6-4 in 41 minuti.
Leggi anche: Anna Kalinskaya, clamoroso gesto-social a pochi minuti dalla finale di Jannik Sinner: cambia tutto
PIENO DI BENZINA
Con questo pieno di benzina nel serbatoio, il rosso di Sesto ha iniziato il secondo parziale cercando subito un altro break sul quale edificare il definitivo trionfo. Sul 2-2 ha lavorato ai fianchi Fritz, lo ha portato sul 40-40 per infilarlo poi con un siluro che ha scolpito nel muro l’esito dei set, chiuso anch’esso 6-4 per l’apoteosi finale. «Vincere il primo torneo in Italia è qualcosa di speciale, ancora una volta grazie a questo pubblico. Ho gestito bene la tensione, meglio dello scorso anno quando ho perso contro Djokovic. Una stagione incredibile, questa. Quasi da non crederci», ha detto alla fine il Maestro del tennis 2024, emozionato quanto lo può essere lui, tennista sublime, uomo - e non più ragazzo - eccelso.
Insieme all’ottavo titolo stagionale e all’amore del suo popolo, Sinner si è portato via un assegno di 4.5 milioni di dollari per aver vinto le Nitto Finals senza mai perdere nessuno dei dieci set giocati in cinque partite incredibili. Cifra che eleva a 40 milioni il suo (meritatissimo) prize-money annuale. E ora, via a Malaga, la Davis aspetta questo fenomeno della natura tennistica che non ci stancheremmo mai di veder giocare. Il sogno continua e nessuno di noi, insieme a Jannik, ha voglia di svegliarsi.