Tra le cadute spunta Weilandt. Vino in rosa
Ma quali tappe per velocisti senza acuti e senza sorprese?! Anche la seconda frazione in linea del Giro d'Italia (da Amsterdam a Middelburg di 224 km) è stata funestata da cadute e raffiche di vento che hanno letteralmente provocato un ribaltone nei pronostici della vigilia e in classifica generale, con distacchi e conseguenze che peseranno sicuramente sull'esito della corsa rosa. Esattamente come avvenuto ieri, infatti, nel marasma generale causato dalle condizioni meteorologiche e dalle insidiose viuzze olandesi è maturata non solo una volata atipica vinta dal semisconosciuto Wouter Weilandt (che ha regolato un gruppo di una quarantina di unità privo di tanti favoriti), ma soprattutto un nuovo cambio di padrone della maglia rosa. Il simbolo del primato è infatti passato sulle spalle di Alexander Vinokourov (Astana). Determinante in questo senso la caduta che ha coinvolto Bradley Wiggins (ormai ammaccato e fuori dai giochi) e il leader Cadel Evans, scivolati a una decina di chilometri dal traguardo: per l'iridato Evans un ritardo al traguardo di 45", un grande sforzo aggiuntivo e l'impressione di avere un team non idoneo alla causa rosa. Peggio è andata a Wiggins, arrivato a 4' dai primi, ferito e ormai fuori classifica. Insomma un nuovo terremoto maturato tra strettoie e ventagli e una classifica generale che, dopo soli 400 km corsi, rischia di perdere già alcuni protagonisti della corsa. Oltre a Wiggins, il più penalizzato è stato sicuramente Carlos Sastre (Cervelo), che ha già sul groppone un ritardo di 1' e 40". Non ricorderanno con piacere questa parentesi olandese nemmeno Domenico Pozzovivo (Colnago ora a quasi 10') e Damiano Cunego, pure loro costretti a inseguire in classifica dopo queste due tremende tappe al nord. E pensare che, dopo il rientro in Italia, ad attenderli c'è pure la cronometro di 33 km di Cuneo, al termine del quale questi corridori (eccezion fatta per Wiggins) rischiano sprofondare ulteriormente nei bassifondi della classifica. Ma allora chi si è salvato? Molto attenti e determinati sono apparsi Vinokourov (che non a caso è leader della corsa) e il duo della Liquigas formato da Ivan Basso e Vincenzo Nibali (a 5" dalla vetta), Stefano Garzelli e Michele Scarponi: sempre davanti, sempre concentrati, mai in pericolo. In attesa delle tappe davvero decisive, questi corridori hanno dimostrato di avere qualcosa in più, almeno da un punto di vista della squadra e della capacità di leggere la corsa. CRONACA - difficile commentare una tappa assolutamente pianeggiante che già dopo 100 km diventa un campo minato. Se la fuga a tre di Stamsnijder, Pineau e Kaisen non rappresenta un problema nè per gli uomini di classifica nè per i velocisti, ben più insidioso si dimostra il vento che inizia a spazzare l'Olanda demolendo la carovana. Tra cadute e ventagli, infatti, perdono le ruote del gruppo buono Pozzovivo, Cunego, Petacchi, Loddo, oltre ai ritirati Vandevelde; poi è il turno dei big, con Cadel Evans e Sastre che sono costretti a mettere il piede per terra per la caduta di Wiggins. Alla fine sul traguardo di Middelburg arriva un plotoncino di 40 unità, tra cui mancano anche Pinotti e Modolo, scivolati a 7 km dall'arrivo. In questa festa degli assenti la ruota più veloce è quella del belga della Quick Step, alla sua prima affermazione che conta. Dietro di lui Grame Brown e il tedesco Robert Forster. Per la classifica generale, Vinokourov resta con i primi e guadagna 45" su Sastre e Cadel Evans. Illeso e contento invece Ivan Basso, il cui distacco rimane di 18", ossia quelli rimediati nel cronoprologo. Stasera i corridori saluteranno l'infausta Olanda (che comunque ha riservato un gran tifo ed entusiasmo per tutti i tre giorni) e torneranno in Italia. Dopo il giorno di riposo, la crono di Cuneo. Per quanto visto finora, Vinokourov potrebbe allungare in classifica generale. Gli altri, invece, cercheranno di limitare i danni, con l'obiettivo di riprendersi ciò che la sfortuna gli ha tolto quando la strada inizierà a salire.