Lui ci crede davvero

Francesco Totti vuole tornare, ma è un flop certo: girano strane voci sul Pupone

Claudio Savelli

Francesco Totti è serissimo. Ed è questo il problema. Crede davvero di poter tornare a giocare, rimettendosi in forma nel giro di due mesi, e di essere al livello della serie A. Addirittura di poter fare la differenza. L’umiltà questa sconosciuta, ma quella forse non c’è mai stata e allora sorvoliamo. Ma la consapevolezza di sé, del proprio fisico e della richiesta del calcio? È possibile che un ex calciatore professionista non si renda conto del livello richiesto per giocare in serie A? Totti non sembra averla minima idea di quanto sia dispendioso il calcio di oggi. Pensa semplicemente che il livello sia bassissimo, così basso da consentire a un 48enne fermo da 7 annidi allenarsi due mesi e tornare a giocare.

Francesco abbi pietà di noi, altrimenti noi non ne avremo dite. Totti confonde il calcio con il calcetto (o calciotto, dato che parliamo di un romano di Roma) del giovedì. Brutta notizia per lui: al campetto puoi anche essere competitivo, ma rimane un amatore. Lo è anche lui, ormai. La carriera da professionista si è chiusa sette anni fa, giugno 2017, grazie e buon futuro. Che poi, già che ci siamo, diciamo tutta la verità: a livello fisico, Totti ha fatto fatica anche negli ultimi anni da professionista. Era il motivo per cui Spalletti lo inseriva nei finali: il ritmo calava e lui poteva giocare da fermo. Lo ha esaltato, mentre Francesco era convinto del contrario.

 

Pensava che Spalletti brutto e cattivo fosse irrispettoso nei confronti di cotanto campione, e invece ha permesso al campione di brillare fino alla fine, concedendogli i minuti migliori. Pochi ma buoni. Ma Totti si è offeso elì è rimasto. Poi di peripezie ne ha avute diverse sia a livello privato che pubblico: un paio di giorni dopo che ha parlato dell’aiuto che avrebbe dato all’amico De Rossi, questi è stato esonerato e la Roma non si è ancora ripresa. Totti ha detto di avere ben due proposte dalla serie A. Avesse detto una, sarebbe quasi stato credibile.
Due no, non ci si può credere, ma cosa dicevamo dell’umiltà? La società a cui è venuto questo pensiero sarebbe il Como. Peccato che l’idea, sempre secondo i beninformati, sarebbe più di comunicazione che non di calcio.

Prendere Totti e fargli giocare qualche minuto a salvezza conquistata per renderlo il più anziano calciatore nella storia della serie A. Sarebbe il volto di una campagna pubblicitaria, cosa che già è per lo sponsor di maglia dell’Inter. Francé (che ieri ha ricevuto l’ennesimo tapiro di Striscia) non sembra contemplare questa eventualità: «La testa ha già deciso, vediamo il fisico come reagisce....». Come vuoi che reagisca?

Male, ma questo sarebbe un problema di Totti mentre gli effetti collaterali dell’operazione-ritorno sarebbero un problema di tutti. Dato che il Como è una società seria che sta facendo bene per sé e per il nostro calcio, l’idea-Totti rimarrà... un’idea di Totti. Perché il ritorno a fini di marketing non sarebbe così efficace come sedicenti esperti sostengono. Sarebbe perfino dannoso. La serie A sta diventando una cosa seria, non trasformiamola in una barzelletta, fosse anche solo per qualche minuto.