Montecarlo e dintorni

Sinner, il siluro di Fabio Fognini: "Io, cittadino italiano". E l'Agenzia delle entrate

Roberto Tortora

La polemica è nota e antica, quella delle residenze estere di molti personaggi dello sport e dello spettacolo. Due giornalisti su tutti, Aldo Cazzullo e Massimo Gramellini, avevano ben esplicitato il loro disappunto, ad esempio, all’alba del trionfo di Jannik Sinner agli Australian Open.

Cazzullo disse: “Il fatto che non contribuisca alla sanità, alla scuola, alla sicurezza, alle molte esigenze della comunità nazionale che rappresenta, dovrebbe farci dubitare non tanto di Sinner, quanto di noi stessi. È da dementi fare polemica sul fatto che uno decida di risiedere a Montecarlo? Ecco, mi autodenuncio: sono uno di quei dementi! Trovo amaro che, nel momento in cui ci sono compatrioti che muoiono nel bagno di un ospedale, altri italiani si chiamino fuori dalla comunità. Nell’attesa, non tiferò più per Sinner, e continuerò a tifare Nadal, che è uno dei primi contribuenti del Regno di Spagna”.

 

 

 

Anche Gramellini era sulla stessa linea: “Sinner in un altrove esentasse ha messo la residenza, è vero, come tanti del suo lignaggio e con il suo ingaggio. Non sono il suo commercialista, ma se riportasse la residenza in Italia, diventerebbe definitivamente il mio tipo preferito di italiano”.

 

 

 

Il fatto che degli intellettuali possano criticare Sinner è abitudine, ma se a lanciare una frecciatina è uno dei suoi colleghi italiani, allora la cosa fa effetto. Ed è proprio Fabio Fognini, in una story sul suo profilo Instagram, a far deflagrare la provocazione. Il numero 75 del ranking ha pubblicato la foto di una lettera dell’Agenzia delle Entrate appena ricevuta e ha scritto: “Salve. Io cittadino italiano. Sportivo residente in Italia”.

 

 

 

A corredo, emoji del tricolore e di una stretta di mano. Un chiaro riferimento a Sinner, il quale, invece, dal 2020 ha trasferito la propria residenza anagrafica e fiscale nel Principato di Monaco? Sinner ha già da tempo dato la sua spiegazione: “È una scelta professionale, null’altro. A Montecarlo giochi all’aperto tutto l’anno, ci sono tutti i top player, i campi sono sempre a disposizione: sembra un Master 1000. Con chi giocherei in Italia? E io devo pensare ad allenarmi nel modo migliore, sennò non progredisco”.