Adriano Panatta, "è kryptonite per Sinner": chi è il vero avversario in campo di Jannik

Roberto Tortora

Adriano Panatta, che sia sugli scranni della Domenica Sportiva o più semplicemente in strada tra la gente, ormai viene tempestato di domande su Jannik Sinner, astro “crescente” del tennis mondiale, capace di portare l’Italia in cima alla classifica ATP.

Un risultato storico, oltre ai due Slam conquistati nel 2024 e a tutte le altre vittorie. Lo stesso Panatta, alla DS, racconta: “Agli inizi mi ponevano interrogativi semplici… ‘Come sta Sinner?’. ‘Bene, grazie’, era l’unica risposta possibile. Oggi le richieste risultano variegate, e più complesse. C’è la maledetta questione Wada e dall’aggettivo già si capisce che vogliano essere tranquillizzati. Mi chiedono che cosa debba fare Sinner. Vincere, esattamente ciò che sta facendo e che ha fatto anche ieri contro Djokovic. Perché più vince, più continua a comportarsi in modo irreprensibile, più risulterà grande l’ingiustizia, se mai intenderanno imboccare quella strada”.

 

 

 

Altra domanda frequente per Panatta è se Sinner debba essere issato sul trono dei “Big Three”, il campione del Roland Garros 1976 risponde così: “Rispondo di no a una simile domanda. Ma non c’entrano i meriti di Jannik, che in questo 2024 dominato sono enormi. C’entra un altro tipo di considerazione, di quelle che non offrono spazio ai facili paragoni. Quella è una storia, nata in anni vicini, ma diversi da questi, con tre protagonisti immensi che hanno vinto 66 tornei del Grand Slam. Sinner appartiene a un’altra storia, nata nell’esigenza del tennis di rinnovarsi nella continuità (frase da politico, ma ci sta, ndr), e se continuerà a vincere come sta facendo sarà la sua storia. Potrà condividerla con Alcaraz, saranno i Big Two, e avrà tutto per essere un’altra bellissima parentesi del nostro sport”.

 

 

 

E chi è il più forte? Panatta non ha dubbi: “Sinner ha due anni in più e una maturità già acquisita, quella che Alcaraz sta ancora cercando. Poco più di una settimana fa stavamo commentando la bella vittoria dello spagnolo sul nostro numero 1. La terza in una stagione che ha visto Jannik perdere appena 6 match. Complimenti ad Alcaraz, più che meritati. Quando riesce a esprimersi al massimo delle sue possibilità, diventa kryptonite anche per il nostro SuperSinner. Ma pochi giorni dopo si è fermato ai quarti di un torneo che vale due volte quello di Pechino, mentre Jannik ha giocato la finale in uno, e ha vinto l’altro. Se l’indicazione ha un senso, e al momento credo proprio ce l’abbia, Jannik finirà per vincere più di Alcaraz. Perché ha un tennis più compiuto, più solido. E la solidità, nel tennis, ha sempre pagato…”.