Kefiah azzurra

Spalletti, niente comizi: si candidi se ritiene ma non usi la Nazionale

No, caro Luciano Spalletti, spiace doverle dire che non ci siamo proprio, e che il suo passo falso di ieri è stato davvero sgradevole. Come sa, qui a Libero la stimiamo e spesso le nostre pagine sportive hanno convintamente e giustamente elogiato le sue scelte tecnico-tattiche. Ma la sua sparata di ieri non corrisponde affatto a quelli che lei ama definire i “giusti comportamenti”.

Intanto, perché non tocca all’allenatore della Nazionale di calcio fare comizi. Per carità, il diritto di parola è sacro, e ciascuno deve sempre essere liberissimo di dire la sua opinione. Ma, se uno fa il commissario tecnico della Nazionale, dovrebbe avvertire più di altri un’esigenza di riserbo, di autodisciplina anche verbale, di rispetto speciale di ogni altra opinione. Gli anglosassoni parlerebbero di “restraint”: insomma, lei farebbe bene a trattenersi e a ricordare che, tra quelli che seguono gli azzurri di calcio, ci sono cittadini di ogni opinione, di tutte le sensibilità politiche e culturali. E, in un paese che è già diviso in mille pezzi, ci manca solo che l’allenatore della Nazionale si metta a fare il capofazione, rubando il mestiere a Nicola Fratoianni o a Giuseppe Conte. Vuole farlo? La passione politica è una cosa bellissima: si candidi, se crede, ma non usi la panchina della Nazionale come uno sgabello per discorsi scombiccherati e partigiani (...)

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