Urca
Sinner domina? E Machac perde il controllo: cosa urla al pubblico cinese, attimi di gelo
Se la ride anche Roger Federer, seduto in tribuna a Shanghai con occhiali da sole, giacchetto nero e maglietta bianca, quasi in incognito, per godersi la semifinale tra Jannik Sinner e Tomas Machac.
L'azzurro, numero 1 al mondo, sta menando le danze regalando lampi di spettacolo assoluto, come quando nel momento clou del secondo set, giocato in grande equilibrio, colpisce talmente forte la pallina da sfasciare letteralmente la racchetta dell'avversario.
A un certo punto, il ceco numero 33 del mondo, potente, veloce, molto attento e assai insidioso, accoglie gli applausi a scena aperta per Sinner del pubblico presente allargando le braccia e protestando platealmente con gli spettatori. "What about me?", traducibile con un bambinesco "E a me no?".
Sinner, che è al servizio, sorride di gusto sotto il cappellino bianco ben calato in testa. Gli spettatori accolgono con un applauso le parole a bruciapelo di Machac. Che si conferma essere un avversario valente, sportivo e molto, molto auto-ironico. Una bella lezione anche ai maestri di lamentele come Holger Rune o Daniil Medvedev, sempre pronti a sceneggiate in causo o proteste, soprattutto quando si trovano di fronte il 23enne di San Candido.
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Per la cronaca, quando il ceco si trova costretto a cambiare la racchetta, Sinner gli si avvicina e Machac in tutta risposta lo accusa: "Tiri troppo forte, me l'hai rotta". E giù altri applausi e altre risate: chapeau.