Uomo-cannone

Sinner sfascia la racchetta a Machac, roba mai vista a Shanghai

Demolito Tomas Machac, sfasciata pure la sua racchetta. Incredibile quello che accade a Shanghai, nella semifinale dell'ultimo Masters 1000 della stagione: vince Jannik Sinner, al termine di una partita molto equilibrata, ma il divario tra l'italiano numero 1 al mondo e il povero ceco (numero 33, molto ostico) è a tratti incolmabile. E il merito è tutto del Rosso di San Candido, che nel momento clou del secondo set costringere l'avversario a fermarsi e cambiare racchetta. Quella con cui ha giocato fino a quel momento, ha ceduto di schianto.

Siamo sul 6-5 5-4 e 15-0 per Sinner, e il fusto si rompe sotto i colpi dell'italiano. Machac simpaticamente si lamenta con lui: "Tiri troppo forte, mi ha rotto la racchetta". Jannik, che si è avvicinato per capire cosa stesse succedendo, davanti alla battuta è quasi imbarazzato: "Ah, mi spiace", è la sua surreale replica.

 

 

 

Si tratta del momento più divertente di una partita giocata a grande livello da entrambi, sotto lo sguardo di un sorridente Roger Federer. Machach, forse gasato dall'ex leggenda del tennis mondiale in tribuna, le prova davvero tutte. Giocatore potente e veloce, il ceco costringe Sinner spesso sulla difensiva, cercando di non concedergli campo, ma ormai tutti sanno che proprio la difesa è forse la condizione preferita da Jannik.

 

 

 

Un muro di gomma capace di respingere gli attacchi degli avversari per poi accelerare improvvisamente alla prima (mezza) incertezza di chi sta dall'altra parte della rete. Uno scorpione, che colpisce quando l'avversario ha la guardia abbassata e magari è già convinto di aver incassato il punto. Nulla di più sbagliato.

 

 

 

Alla fine finisce con il punteggio di 6-4 7-5 in poco meno di un'ora e tre quarti di gioco. Ora sotto con la finale: Jannik se la vedrà con uno tra Nole Djokovic e Taylor Fritz (già sconfitto a settembre nella finale degli Us Open). Entrambi lo conoscono benissimo, ma non servirà per rendere meno agevole la pratica.