Il ricordo dimenticato

Totò Schillaci, il fratello contro la Rai: "Vergogna!", cosa mandano in onda prima di Italia-Belgio

"Una vergogna". Totò Schillaci, morto lo scorso 18 settembre a Palermo a 60 anni non ancora compiuti dopo una lunga lotta contro un tumore, continua a vivere nel cuore di migliaia e migliaia di tifosi e appassionati di calcio.

Ovviamente, la leggenda di Italia 90, il mito delle notti mundial italiane, è un pensiero costante nell'animo dei suoi familiari, a cominciare dal fratello Giuseppe Schillaci. Che su Facebook si indigna per la imprevedibile mancanza di rispetto della Rai nei confronti dell'ex bomber di Messina, Juventus e Inter.

 

 

 

Giovedì sera all'Olimpico è andata in scena Italia-Belgio, terza partita della Nazionale di Luciano Spalletti nella Nations League. Per la cronaca, gli azzurri hanno concluso in pareggio 2-2, con la rimonta dei Diavoli Rossi. Ma lo "sfregio" alla memoria di Schillaci non è certo stato quello dei giocatori in campo, bensì della regia di Rai 1. 

 

 

A pochi istanti dal fischio d'inizio della partita, infatti, la Rai ha deciso di interrompere la diretta da Roma per mandare in onda il breve stacco pubblicitario in programma. Peccato che proprio in quegli istanti, sul maxi-schermo dell'Olimpico, lo stesso stadio in cui Toto-gol aveva fatto sognare l'Italia 34 anni fa andando in gol contro Austria, Repubblica Ceca, Uruguay e Irlanda, stessero proiettando l'omaggio all'attaccante: la foto del suo primo piano, con quegli occhi sgranati e sognanti diventati un simbolo in tutto il mondo, e un commovente "Ciao Totò". I telespettatori a casa, però, non hanno potuto vederlo se non per pochi secondi. 

 

 

 

"Vergogna, la Rai interrompe il ricordo di Totò Schillaci per la pubblicità", scrive sui social il fratello Giuseppe, furioso, in tempo reale. All'Olimpico, il doppiatore Luca Ward ha anche letto un messaggio per ricordare l'attaccante palermitano: "Rimarrà nel cuore di tutti noi, ha fatto sognare l’Italia intera con le sue esultanze travolgenti. È il simbolo di una nazione che non si arrende". Ma che spesso, involontariamente o per mancanza di sensibilità, si dimentica dei suoi figli.