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Jannik Sinner, l'ultimo assalto di Kyrgios: "Perché io con lui non gioco"

All'indomani della assoluzione di Jannik Sinner per il caso Clostebol (l'Itia aveva semplicemente tolto i punti conquistati dall'azzurro a Indian Wells, lo scorso marzo), era stato Nick Kyrgios a guidare la rivolta contro il numero 1 del tennis azzurro, chiedendo per lui una pena esemplare: "Decisione ridicola, doveva stare via due anni". All'australiano, fermo da tempo per infortunio, si erano poi accodati altri colleghi di peso, e pure Carlos Alcaraz e Nole Djokovic avevano sollevato qualche sospetto su doppi pesi e scarsa trasparenza. 

Ora che la Wada, l'agenzia mondiale antidoping, ha a sorpresa riaperto il caso facendo ricorso al Tas di Losanna, in tanti (Alcaraz e Djokovic) hanno cambiato idea, difendendo il 23enne di San Candido che da mesi gioca con un peso psicologico enorme sulle spalle, contestando la durata di un processo che si protrarrà per altri mesi. Molti, ma non Kyrgios: l'ex di Anna Kalinskaya (attuale fidanzata dell'altoatesino, peraltro) non lascia passare giorno per rilasciare un commento velenoso contro il Rosso.

Kyrgios, che non ha mai creduto alla "contaminazione involontaria" per cui era stato assolto Sinner dall'International tennis integrity Agency, ha la presunzione di inserire Sinner nella scomodissima categoria dei "dopati" e parlando con il giornalista Ben Rothenberg durante una diretta su Instagram l'ha buttata lì, riferendosi al vincitore di Australian Open e Us Open: "Forse dopotutto non è così innocente. Perché sta ancora giocando?". Un follower lo ha provocato, chiedendogli di giocare in doppio con Jannik: "Io gioco solo con tennisti puliti". La parola, a questo punto, ai giudici di Losanna.