Sinner, "momento difficile e si vede in campo": la sentenza pesantissima di Raffaella Reggi

Roberto Tortora

È stata la miglior tennista italiana, insieme a Sandra Cecchini, dopo il ritiro di Lea Pericoli e prima dell'avvento di Silvia Farina Elia. Conquistò nel 1986 gli US Open in doppio misto con lo spagnolo Sergio Casal, diventando la prima tennista donna italiana a vincere uno Slam.

Oggi, invece, il tennis lo commenta per Sky Sport. Stiamo parlando di Raffaella Reggi, intervistata da Fanpage dopo aver assistito alla finale tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz a Pechino: “Quando sei avanti 3-0 al tie-break del terzo con un record di tie-break vinti nell'ultimo periodo, 18 su 19… Ma francamente lì è mancato sicuramente il servizio, la prima palla. Poi Alcaraz vedendo la situazione di punteggio, ha preso dei rischi incredibili giocando dei punti pazzeschi. Con la prima di Sinner in campo però magari avremmo avuto un epilogo diverso".

 

 

 

La Reggi confronta i due campioni, Jannik e Carlitos: “Secondo me Alcaraz oggi ha qualcosa in più, ma dal punto di vista proprio della lettura della partita e dei momenti importanti. Mentre a livello mentale è Jannik ad avere qualcosa in più. Alcaraz da questo punto di vista può attingere ancora, con Jannik che invece sta provando a cercare delle variazioni in più oltre a questo ritmo forsennato che ha da fondo. I due possono dunque lottare sempre fortemente e questo è bello, perché è una rivalità meravigliosa. Si stimano molto poi, c'è grande rispetto. Anche le parole prima della partita di Alcaraz su Jannik sono state molto belle".

 

 

 

Il ricorso della WADA al TAS è una spada di Damocle sulla testa di Sinner e la Reggi lo conferma: “La cosa che mi sorprende è che nonostante il momento così delicato, visto che Sinner e il suo team erano convinti che tutto fosse finito con il verdetto dell'ITIA, Jannik è riuscito a rialzarsi e giocare alla grande. È stata una batosta non indifferente, ma lui ha cercato comunque di dare il massimo con l'aiuto del team e delle persone che gli vogliono bene. Ora ci vorrà del tempo, si parla addirittura di verdetto a febbraio 2025. Non è semplice, pur essendo convinti ovviamente di non aver mai fatto niente di male. È un macigno bello pesante…”.

"Bisogna sottolineare il momento - conclude la Reggi -: cioè Jannik difficilmente lo vedi finire sotto 5 a 2 nel set, senza lottare come poi ha fatto dopo. E questo sicuramente denota anche il momento difficile che sta vivendo. Considerando anche tutto il percorso per arrivare alla finale, cioè due match recuperati da un set sotto, non giocando il suo miglior tennis. Contro Lehecka e Bu ha commesso tanti errori. Quindi è stato bravissimo ad arrivare a giocare una partita a quel livello, considerando tutto quello che c'è fuori".