Fantasmi
Carlos Alcaraz e la depressione: "Non volevo toccare la racchetta"
Ex numero uno al mondo, con quattro Slam già in tasca nonostante i 21 anni d’età e la fresca vittoria di Pechino contro Jannik Sinner, in un match epico durato 3 ore e 20 e vinto solo al tie break del terzo set. Carlos Alcaraz si è rilanciato alla grande dopo le sconfitte in semifinale a Cincinnati (con racchetta distrutta dalla rabbia) e per l’eliminazione al secondo turno degli US Open contro l’olandese van de Zandschulp.
Lo ha fatto prima con la vittoria della Laver Cup (tra i complimenti di Cobolli: “Sei il migliore al mondo”) e in finale del China Open contro il nostro Sinner. Nonostante un momento difficile vissuto dopo le sfide americane, che gli hanno portato una delusione enorme, come ammesso dopo la vittoria di Pechino in conferenza stampa: “Dopo lo swing americano ero un po' depresso, per un po' non volevo nemmeno toccare una racchetta — le parole di Alcaraz —. Non volevo viaggiare, diciamo. Dopodiché abbiamo parlato molto in quei giorni, sapendo che dovevo allenarmi di nuovo, essere più forte fisicamente, essere più forte mentalmente solo per superare quei problemi".
Insomma, Alcaraz si è rilanciato e ci ha dato dentro, tornando a macinare dopo i successi del Roland Garros e di Wimbledon e la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Parigi. Dopo il successo cinese, prima di volare a Shanghai per i Masters, ha detto di essere fortunato “a poter viaggiare con la mia famiglia e il mio team, che mi sostengono ogni giorno e mi dicono sempre cose che non voglio sentire — le sue parole —. Voglio ringraziarvi per questo e per tutto il duro lavoro. Abbiamo attraversato momenti difficili negli ultimi due mesi. Ho potuto provare di nuovo tanta gioia in campo”. E ancora: “Ferrero si è commosso della mia vittoria? Si è emozionato perché sappiamo tutti cosa abbiamo passato nell'ultimo mese o negli ultimi due — ha concluso — È stato un momento molto difficile sia in campo che fuori. Come ho detto nel discorso, grazie a loro ho cominciato a ritrovare la gioia giocando, allenandomi, ritrovando la motivazione. Volevo davvero viaggiare, giocare di nuovo ai tornei.