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Paulo Fonseca: "Theo e Leao? Li ho visti bene, ma...", altro terremoto al Milan

"L'obiettivo del Milan resta lo scudetto", assicura Paulo Fonseca. Ma l'impressione è che la testa del tecnico portoghese, già sulla graticola e a rischio esonero con soli 2 punti in 3 partite in questo avvio di stagione, non sia alla gara di sabato di campionato contro il Venezia ma alle più prestigiose sfide contro il Liverpool (il debutto stagionale in Champions League) al successivo derby contro l'Inter, con i rossoneri chiamati a spezzare la maledizione di sei sconfitte di fila rimediate nell'ultima parte dell'era Pioli.

Forse anche questo spiega una scelta affacciata da Fonseca in conferenza stampa che avrebbe del clamoroso, visti i precedenti e i rischi annessi: Rafa Leao e Theo Hernandez ancora in panchina, come contro la Lazio. Come andò a finire, con i due "senatori" entrati nel secondo tempo, decisivi nel pareggio 2-2 e protagonisti della protesta-sceneggiata contro l'allenatore durante il cooling break, è noto ormai a tutti.

 

 

Il clima intorno al Milan è dei peggiori, con i tifosi in rivolta contro società, allenatore e pure giocatori. Eppure a San Siro per la gara con il Venezia saranno in 70mila. "Una grande dichiarazione di amore - le parole di Fonseca -, è anche una grande responsabilità per noi, per continuare a evolverci e rendere i tifosi orgogliosi di noi. È quello che vogliamo fare domani, retribuendo il supporto dei nostri tifosi". 

Forse, viste le condizioni dei titolar e lo stato di forma generale, il Milan dovrà scegliere su quale partita puntare davvero tra Venezia, Liverpool e Inter: "Sono tutte importanti, più ancora in questo momento - taglia corto il mister ex Shakhtar, Roma e Lille -. Io sono fiducioso, come sempre. È importante vincere domani, poi penseremo al Liverpool". 

Spiega che Theo e Leao sono un caso chiuso: "Mai aperto per me. Se saranno titolari non lo so, vediamo domani. Io ho visto due giocatori come gli altri, con buona aura, allegria nel lavorare, normale". "Noi allenatori - prosegue - siamo sempre sotto esame, dipendiamo dai risultati. Però sono solo focalizzato sul mio lavoro. Se ci concentriamo su ciò che si dice, è difficile lavorare. Tutti noi. Non so se ho la chiave per uscirne, ma io continuo con la stessa passione e la stessa fiducia, cercando di dare soluzioni ai problemi che la squadra ha. La chiave è focalizzarsi sul lavoro". 

Alla Roma aveva iniziato a difendere a 3 per via dei troppi gol presi. "Non penso che cambierò la difesa, non cambierò a 3. Parlando di modulo: se guardiamo le grandi squadre, il modulo è un inizio; poi dopo le dinamiche sono diverse. Il sistema in fase difensiva è diverso da quello della fase offensiva. Le dinamiche sono più importanti del modulo iniziale". 

"Boban, Sarri, gli altri possono parlare: io rispetto sempre le opinioni degli altri, soprattutto se in forma costruttiva come Sarri e Boban. Sono opinioni, ma poi sono io che lavoro con i giocatori e siamo allenatori diversi. Io devo seguire quello che credo io, non quello che credono gli altri". La squadra incassa troppi gol: "Non abbiamo avuto tanti giocatori durante la pausa, ma abbiamo avuto tanti difensori. Abbiamo lavorato sul comportamento della linea difensiva e sul comportamento individuale". 

L'obiettivo, come detto, è sempre lo scudetto: "Non siamo una squadra triste o senza fiducia... Quello che vedo tutti i giorni è una squadra che ci crede, che vuole migliorare, allegra... Per questo sono sempre fiducioso. Non posso stare qui in un'altra maniera quando vedo i giocatori così. Poi, ci sono i risultati. Ma io non posso essere negativo guardando la forma e la fiducia dei miei giocatori".